Insieme si può


Se le formiche si mettono d’accordo, possono spostare un elefante. Per il gruppo di “Gazzotti 18 società cooperativa” l’elefante è stata la liquidazione fallimentare dell’azienda per cui hanno lavorato per anni, azienda che hanno fatto rinascere. Insieme, con entusiasmo e determinazione.

La notizia è di qualche mese fa, ne hanno parlato i giornali locali, così come importanti testate nazionali, ne abbiamo parlato brevemente anche noi di I Love Parquet. Era il 25 ottobre 2018 quando “Gazzotti 18 società cooperativa”, costituita da 18 ex dipendenti Bopar, già Gazzotti (azienda fondata nel 1910 a Bologna, in liquidazione fallimentare dal mese di marzo 2018), si è aggiudicata all’asta uno dei marchi che hanno fatto la storia del settore dei pavimenti in legno, marchio che gli operatori del nostro settore conoscono molto bene.

L’artefice del workers buyout (in italiano “impresa rigenerata“, si chiama tecnicamente così l’operazione per cui i lavoratori di una società in procedura fallimentare diventano protagonisti del riscatto, unendosi in cooperativa) è Andrea Signoretti, storico direttore operativo Gazzotti, in azienda dal 1991.

Conosco Andrea dalla fine degli anni ’90, così, quando in redazione sono arrivate le prime telefonate che mi chiedevano che fine avesse fatto Gazzotti, la cosa più logica mi è sembrata andarlo a trovare e chiederglielo.

Mi ha fatto uno strano effetto tornare a Trebbo di Reno (BO) dopo tanto tempo e non essere accolta dal sorriso gioviale di Carlo Comani (storico ad dell’azienda), però di sorrisi ne ho visti tanti ugualmente: sul volto di Andrea Signoretti (segnato inevitabilmente dalla stanchezza di un periodo molto impegnativo), che mi ha accolta a braccia aperte, su quello di Alessandra Boschi, responsabile amministrativa e vicepresidente della cooperativa, che mi ha voluto raccontare anche il suo punto di vista, sui visi dei ragazzi fermi alla macchinetta del caffè.

La chiacchierata è partita così, a ruota libera.

Nell’ambiente tutti chiedono di voi…

Andrea Signoretti: “Noi ci siamo, cos’altro dire? Stiamo riannodando molti fili spezzati: abbiamo ripreso i contatti con i fornitori, con i partner, con i clienti, abbiamo parlato anche con qualche concorrente. La situazione ormai è più o meno nota: abbiamo avuto l’aggiudicazione dell’asta il 25 di ottobre e dal 29, quando abbiamo firmato davanti al notaio, abbiamo acquisito la titolarità del marchio e degli impianti, quindi tutto quello che vedi qui, esclusa la parte immobiliare, per la quale è stato stipulato un contratto di comodato oneroso per due anni, nel corso dei quali cercheremo una collocazione più proporzionata alle dimensioni attuali“.

Come siete arrivati all’asta?

Andrea Signoretti: “Il percorso è durato sostanzialmente un anno; il ruolo giocato da Legacoop è stato fondamentale nella definizione del piano di impresa, nel reperimento delle risorse finanziarie, ma anche nella gestione della trattativa nei confronti del curatore fallimentare. È stato importante anche l’atteggiamento del curatore, che si è mostrato disponibile da subito a una soluzione che tenesse conto della salvaguardia dei posti di lavoro, atteggiamento per nulla scontato. Dal canto nostro, ha contato la caparbietà del gruppetto dei 18 e la volontà di non sprecare tanti anni di lavoro e di conoscenza (l’età media di servizio in azienda del gruppo oscilla fra i 10 e i 15 anni). Ci abbiamo messo un po’ a sceglierci e a scegliere di stare insieme in questa nuova maniera, una volta formato il gruppo, prima Legacoop, poi le finanziarie e gli enti a essa collegati hanno dimostrato di credere nel progetto e lo hanno supportato“.

Da cosa ripartite e come ripartite?

Andrea Signoretti: “Ripartiamo dalla convinzione di avere, al di là degli errori commessi in passato, un know how importante e una concreta possibilità di stare sul mercato; il problema, anche in passato, non è mai stato legato all’offerta o ai prodotti, ma più alla gestione e al mercato. Ripartiamo coi piedi per terra, con una dimensione più ridotta, con il supporto di tanti clienti, a cominciare da quelli stranieri, che hanno mantenuto sempre i contatti con l’azienda anche durante il periodo di esercizio provvisorio, penso a Cina, Stati Uniti e Corea. Ripartiamo da un piccolo portafoglio clienti, composto, più o meno al 60%, di ordini dall’estero e questo ci dà fiducia e speranza. In Italia dobbiamo riconquistarci passo passo fiducia e quote, ma l’impresa non ci spaventa“.

Cosa c’è della vecchia Gazzotti e cosa c’è di nuovo nella Cooperativa?

Alessandra Boschi: “Della vecchia Gazzotti sono rimaste le persone, persone che si sono legate in un modo nuovo: la consapevolezza di essere responsabili e partecipi della vita dell’azienda è molto motivante; nel nuovo progetto ciascuno di noi ha messo le proprie speranze e i propri risparmi e l’ha fatto forse più col cuore che con la testa, questo fa sì che tutti noi abbiamo una marcia in più. Quanto al nuovo, siamo una società composta da 18 persone che punta a raggiungere, il primo anno, i 4-5 milioni di euro di fatturato, non rifacendo gli errori del passato e cercando di strutturarsi in modo diverso per questa nuova dimensione. Il rilancio partirà sicuramente dal territorio, dalla nostra sala mostre, che abbiamo rimesso a nuovo ed è già operativa, anche se sostanzialmente non ci siamo mai fermati: eccetto i due mesi di chiusura forzata, durante tutto l’esercizio provvisorio la curatela ci ha consentito di lavorare e di tenere aperti i telefoni“.

E i prodotti, saranno gli stessi di sempre?

Andrea Signoretti: “Per il momento è online sul sito internet Gazzotti un listino che sostanzialmente ricalca il vecchio, con qualche piccola novità. Naturalmente nel corso del 2019 faremo delle valutazioni in tal senso, ma al momento l’obiettivo è dare, anche in questo caso, continuità. Di sicuro oggi il mercato non ha bisogno dell’ennesimo catalogo di parquet, dell’ennesimo listino di parquet e nemmeno dell’ennesimo agente con in borsa un catalogo e un listino, da propinare al malcapitato rivenditore, che se non sta peggio di noi, poco ci manca. Noi vorremmo costruire delle partnership con quel retail che, insieme a noi, ha voglia di dialogare con il cliente, attraverso delle proposte non solo di prodotto, ma di personalizzazione, di estrema attenzione nei confronti delle esigenze e delle richieste del cliente stesso. Sicuramente una delle chiavi sarà il marketing, cioè l’abilità di comunicare con l’esterno in maniera chiara e precisa. E poi la capacità fare promesse che siamo in grado di mantenere e la ricerca di un dialogo coerente e differenziato, canale per canale, nazione per nazione, interlocutore per interlocutore, un dialogo il cui presupposto è una grande esperienza. Gazzotti in passato ha fatto errori così come operazioni di successo. Credo che tutte le volte che abbiamo fatto qualcosa di successo è perché siamo stati capaci di vendere non solo il prodotto, ma anche il supporto al cliente“.

Cosa vi preoccupa di più?

Alessandra Boschi: “Insieme a me e ad Andrea ci sono 16 ‘ragazzi’ molto diversi tra loro, per età, formazione, cultura, che oggi stanno facendo insieme, ciascuno in base alle proprie inclinazioni, ma tutti con immutata passione, un percorso di crescita. Ci sono gli ex operai, i magazzinieri, ci sono il capo fabbrica e il capo reparto verniciatura: due di loro stanno facendo un corso per imparare a fare gli amministratori di una società cooperativa, altri due si stanno formando sulla gestione dei social media… Ci dividiamo i compiti per come possiamo, mettendoci tutti noi stessi… Tutte cose che non sono banali e che se le vivi da dentro ti danno molta carica e consapevolezza di poter vincere affrontare il futuro con serenità. Quindi, nessuna paura, ma cautela e piedi per terra“.

Andrea Signoretti: “Siamo consapevoli che ci saranno degli ostacoli, delle difficoltà, notti di paura anche, spesso ce lo diciamo, ma siamo altrettanto certi che ci saranno giornate di gloria. La nostra forza è data dal gruppo: siamo uniti e guardiamo tutti dalla stessa parte e non è una cosa da poco“.

Che dire, se i 18 riusciranno a vincere la sfida lo dirà il tempo, quello che è certo è che il gruppo ha dei requisiti che se non sono sufficienti, sicuramente sono necessari al raggiungimento dell’obiettivo: compattezza, motivazione, entusiasmo, flessibilità e preparazione. In bocca al lupo!

di Federica Fiorellini