Formaldeide: attenzione alla dichiarazione!


formaldeideCome ben sappiamo, il Decreto Ministeriale 10 ottobre 2008 – che regola la rispondenza alla classe E1 – ha una diretta ripercussione anche sulla marcatura CE dei pavimenti. Facciamo un po’ di ordine, insieme al Catas.

La formaldeide è considerata una sostanza “ubiquitaria“, ovvero è presente praticamente ovunque nell’universo e addirittura all’interno nel corpo umano, ma questa sua “onnipresenza” non le impedisce certo di essere una sostanza pericolosa, con cui il mondo del legno e dell’arredo è tenuto da molti anni a fare i conti.

E di formaldeide si è tornato a parlare in queste settimane, perché nel nostro paese sono da tempo obbligatori, accettati e applicati i limiti previsti dalla classe E1 per l’emissione di formaldeide da tutti i materiali compositi a base legno, ma non tutti hanno recepito anche un altro obbligo: la “dichiarazione”.

Il Decreto Ministeriale 10 ottobre 2008 che regola la materia stabilisce infatti che tutti coloro che fabbricano, importano o immettono sul mercato italiano pannelli a base di legno (compensati, MDF, OSB, truciolari, multistrati, listellari…) o prodotti nei quali sono utilizzati (porte interne, pannellature, mobili, controsoffitti, pedane, rivestimenti per blindate…) sono tenuti ad allegare una dichiarazione che ne attesti la rispondenza alla classe E1 (sulla base dei requisiti della EN 13986). Dunque, non basta “essere in E1“, ma bisogna anche dichiararlo in modo esplicito. Come ben sappiamo, questo decreto ha una diretta ripercussione anche sulla marcatura CE dei pavimenti, che deve necessariamente riportare l’appartenenza alla classe E1 nell’elenco delle prestazioni dichiarate.

 

Tra decreto e marcatura: dai pannelli ai prodotti finiti

Cerchiamo quindi di fare un po’ di ordine tra decreto e marcatura. Partiamo pertanto dai pannelli considerando che, oltre alla realizzazione dei pavimenti, questi materiali possono essere utilizzati anche come sottofondi, senza considerare il loro impiego per altri materiali complementari, come ad esempio le boiserie e i battiscopa.

Se consideriamo quindi i pannelli grezzi, sul mercato possiamo trovare sia pannelli a base legno marcati CE, se la loro destinazione è l’edilizia, sia privi della marcatura CE, se non sono destinati specificatamente a questo settore. I secondi dovranno essere obbligatoriamente accompagnati dalla dichiarazione di rispondenza ai requisiti della classe E1 secondo il decreto ministeriale precedentemente citato, mentre per i primi è sufficiente la marcatura CE, in quanto per il mercato italiano la classe E1 deve essere sempre dichiarata nell’elenco delle prestazioni. Passiamo ora ai prodotti finiti. Nel caso dei pavimenti la situazione è molto semplice: per il mercato italiano il prodotto deve essere sempre marcato CE e la classe E1 deve essere obbligatoriamente presente tra le prestazioni dichiarate. Chiaramente, e forse è inutile ribadirlo, quest’obbligo riguarda anche i pavimenti importati da paesi esteri. Se consideriamo invece altri semilavorati o prodotti finiti non soggetti a marcatura CE, ribadiamo ancora una volta che il decreto italiano del 2008 impone che siano comunque in classe E1 e che una dichiarazione in tal senso debba accompagnare necessariamente il prodotto.

 

Attenzione alle sanzioni

In definitiva, riassumendo in poche righe il senso di queste note, possiamo concludere che ogni prodotto del mondo del legno e dell’arredo a base di pannelli che circola nel mercato italiano deve essere obbligatoriamente accompagnato da un’attestazione che ne certifichi il rispetto dei limiti di emissione di formaldeide secondo la classe E1.

È bene rammentare che la dichiarazione non solo va richiesta al fornitore, ma deve essere anche fornita all’acquirente lungo tutta la filiera, fino al consumatore finale.

Se per i pavimenti finiti, obbligatoriamente marcati CE, la presenza di quest’informazione sul prodotto è ormai scontata, le nostre esperienze ci dicono che non è sempre così per altri materiali complementari o per le stesse materie prime e per i semilavorati che circolano nel nostro settore.

Segnaliamo infine che è davvero importante prestare attenzione a questi temi, in quanto abbiamo precisi segnali che le autorità competenti stanno dimostrando una certa sensibilità all’argomento ed è bene pertanto che le imprese e tutti gli operatori del settore si facciano trovare preparati, così da evitare ogni possibile, spiacevole conseguenza. Chiunque non ottemperi a questo obbligo generale di dichiarazione, infatti, è passibile di sanzioni che possono essere sia amministrative che penali.

di Franco Bulian

Bibliografia: F. Bulian, Materiali e Tecnologie dell’Industria del Mobile, Trieste, Edizioni Goliardiche, 2011.

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FRANCO BULIANL’autore

Franco Bulian, laureato in chimica presso l’Università di Padova, è il vicedirettore del Catas, il maggior istituto di ricerca italiano nel settore del legno e del mobile. Dal 2007 è professore a contratto e titolare del corso “Furniture Materials and Technologies” del Double Degree (Laurea Magistrale e Master of Science) delle Università di Trieste e di Oswestfalen-Lippe (Germania). È inoltre il coordinatore del gruppo di lavoro dell’UNI sulle finiture per il legno e per i mobili (essendo anche membro dei comitati europei sulla normazione delle vernici e dei pannelli – formaldeide). Oltre a diversi articoli a carattere scientifico e divulgativo, ha pubblicato alcuni libri tra i quali: “Verniciare il legno” (Hoepli, 2008) e “Materiali e Tecnologie dell’Industria del Mobile” (Edizioni Goliardiche, 2011).

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Tel. 0432 747231

 

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Con sedi a San Giovanni al Natisone, in provincia di Udine, e Lissone, Monza-Brianza, il Catas è considerato oggi il più grande istituto italiano ed europeo nel settore del legno e dell’arredo. È un centro di ricerca supportato da un gruppo di lavoro altamente qualificato e specializzato, che può contare sulle competenze di circa 50 dipendenti, tra i quali laureati in chimica, fisica, ingegneria e matematica. I cinque reparti (materiali, superfici, prodotti finiti, chimico-biologico, e fuoco) coprono un vasto campo di prove e ricerche che vengono commissionate sia sui materiali che sui prodotti finiti. Per ogni singolo materiale e prodotto il Catas è in grado di comprovare l’effettiva rispondenza a specifiche stabilite dal cliente, oltre che la conformità ai requisiti previsti da leggi o norme tramite la verifica delle prestazioni, della sicurezza e della durata dei prodotti. Da alcuni anni è anche attivo un ufficio tecnico in grado di eseguire simulazioni virtuali delle prove meccaniche.