La selvicoltura potrebbe rappresentare in Italia uno dei settori più dinamici della green economy, in grado anche di contribuire alla stabilizzazione delle popolazioni rurali e alla limitazione della ulteriore urbanizzazione del territorio. Il prossimo 16 luglio, dalle 10.45 alle 13.30, si terrà a Expo, il presso il Mipaaf Lounge il convegno dal titolo “Foreste: un patrimonio da scoprire per un pianeta da difendere”. L’evento è organizzato da CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, nato dall’unione degli enti collegati INEA (Istituto nazionale di economia agraria) e CRA (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura).
In Italia le attività connesse alla filiera del legno (dalla produzione, alla trasformazione industriale in prodotti semilavorati e finiti, fino alla commercializzazione di mobili, impieghi strutturali, carta, cartone, pasta di cellulosa e legno per fini energetici) coinvolgono circa 80.000 imprese, per oltre 500.000 unità lavorative occupate. In particolare, la filiera nazionale del legno, soprattutto grazie all’efficacia dell’industria del mobile, garantisce un saldo commerciale positivo: si tratta del secondo settore dell’industria manifatturiera italiana, con un volume di affari complessivo di oltre 30 miliardi di euro.
Nel nostro Paese, però, questa filiera risulta fortemente dipendente dall’estero per l’approvvigionamento della materia prima: più dei 2/3 del fabbisogno nazionale viene coperto dalle importazioni (wood insecurity). A fronte di ciò il tasso di prelievo dai boschi italiani, sia in termini di massa legnosa asportata rispetto all’incremento naturale dei soprassuoli forestali, sia nei confronti della massa legnosa asportata per unità di superficie forestale, è uno dei più bassi in Europa. In questo quadro viene sempre più auspicato un calibrato aumento dell’approvvigionamento di materiale legnoso nazionale.
Produzione di legno ma non solo: la gestione delle foreste cerca di conciliare la protezione dell’ambiente e i connessi benefici ecosistemici con lo sviluppo socio-economico del territorio, in un’ottica multifunzionale che interpreta il bosco come un sistema biologico complesso, dove, ad esempio, anche i prodotti alimentari (castagne, funghi, tartufi, piccoli frutti, ecc.) hanno un ruolo importante.
Esiste, dunque, un margine significativo per la valorizzazione delle risorse forestali nazionali. Il correlato incremento delle possibilità occupazionali nel medio periodo può essere stimato, a livello nazionale, in non meno di 35.000 nuovi posti di lavoro con riferimento al solo settore delle utilizzazioni legnose.
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