“Pavimentazioni di legno e parquet per interni – Istruzioni per la progettazione, la posa in opera e le condizioni d’uso”. Questo il titolo di una norma che si configura come un passaggio fondamentale per il settore, fornendo un quadro chiaro e completo per tutti gli attori della filiera. Facciamo un po’ di chiarezza
Rita D’Alessandro
Ufficio Normative EdilegnoArredo/FederlegnoArredo e coordinatrice GL 05 “Legno non strutturale” della Commissione UNI Legno
La UNI 11935, pubblicata il 15 febbraio 2024, è una norma che il settore aspettava da tempo, perché completa oggettivamente il quadro normativo nazionale: se esistono norme di prodotto, norme sui criteri e i metodi di valutazione di un parquet, sulla terminologia, sui trattamenti e cicli di finitura, sui massetti, sulle pavimentazioni di legno per esterni, a oggi UNI non aveva ancora pubblicato una normativa che trattasse il processo di installazione nella sua totalità: partendo dalla progettazione del parquet, passando per le istruzioni per la posa in opera e giungendo infine alle condizioni di utilizzo in fase di esercizio.
Il gruppo di lavoro UNI, che ha coinvolto attivamente EdilegnoArredo, in particolare il Gruppo Pavimenti e ASP, Aziende Storiche Parquet, insieme ai principali fabbricanti di prodotti chimici per l’edilizia, agli esperti del settore, ai laboratori di prova e alle associazioni di posatori, ha svolto un lavoro meticoloso, codificando un insieme di consuetudini, di indicazioni tratte anche dal Manuale di FederlegnoArredo “Il Parquet: dal progetto alla posa in opera”, di esperienze e di buone pratiche consolidate nel settore.
La pubblicazione della nuova norma è il risultato, dunque, di un lavoro collegiale, frutto dei preziosi contributi apportati da ogni singolo comparto. Contributi che hanno permesso di fornire un quadro di riferimento chiaro, completo e omogeneo a tutti gli attori della filiera delle pavimentazioni di legno (il mondo del progetto, quello produttivo e quello della posa), a beneficio anche degli utilizzatori finali.
Il presente articolo prende in esame alcuni passaggi chiave del documento normativo, di sicuro interesse per la filiera, rimandando comunque al sito UNI la possibilità di acquisto della norma.
Lo scopo e il campo di applicazione
Il punto relativo allo scopo e al campo di applicazione rappresenta uno dei passaggi nodali della norma, in quanto ne definisce i principi, le finalità e le modalità di utilizzo, e per questa ragione se ne consiglia sempre un’attenta lettura. In particolare, la UNI 11935 tratta i criteri progettuali e le modalità di posa in opera della pavimentazione di legno e del parquet per impiego all’interno e si applica alle pavimentazioni da posare mediante incollaggio, flottanti, mediante avvitatura/chiodatura, su qualsiasi tipologia di supporto, impiegate negli edifici di nuova costruzione e/o esistenti. La norma definisce inoltre le condizioni di esercizio della pavimentazione.
La norma non si applica alle pavimentazioni per interni a uso sportivo (definite nella UNI EN 14904), alle pavimentazioni esterne (definite nella UNI 11538-1), al rinnovamento e/o recupero di pavimentazioni di legno e parquet preesistenti e alle pavimentazioni utilizzate nei mezzi di trasporto.
Per quanto riguarda invece l’idoneità dei prodotti impiegati (elementi di legno, prodotti complementari alla posa, ecc.) la norma rimanda alle specifiche norme di prodotto e alle istruzioni del fabbricante.
Progettazione del sistema di pavimentazione: i criteri progettuali e il ruolo del progettista
La norma richiama i compiti del progettista riportati nella UNI 11265 su ruoli, compiti e responsabilità dei vari operatori che intervengono nel processo di posa, sottolineando l’importanza di un’accurata progettazione che comprenda gli aspetti seguenti:
– definizione della tipologia di pavimentazione in relazione all’impiego previsto e alle prestazioni richieste;
– indicazione delle caratteristiche prestazionali della pavimentazione in accordo con il tessuto normativo di riferimento e in relazione alla destinazione d’uso e alle sollecitazioni previste;
– valutazione della compatibilità (morfologica, dimensionale, chimico-fisica) tra la pavimentazione, il supporto, le condizioni ambientali e le condizioni di esercizio;
– conformità del progetto del “sistema di pavimentazione” alle prescrizioni legislative, alle norme e alle specifiche di settore, anche in tema di igiene, salute, sicurezza e, ove richiesto, di prevenzione incendi e di isolamento acustico.
Per poter assolvere agli aspetti sopra descritti, il progettista, secondo norma UNI 11935, ha il compito di valutare:
– formato e tipologia degli elementi di legno (elementi massicci, elementi multistrato, ecc.);
– eventuali disegni e/o bordure;
– geometria di posa (a cassero, a spina di pesce, ecc.);
– tipologia di posa (mediante incollaggio, chiodatura/avvitatura, flottante);
– tipo di piano di posa (massetto cementizio, massetto a base di solfato di calcio(anidrite), sistema radiante di riscaldamento/raffrescamento, pannelli di legno e derivati del legno, ecc.);
– tipo di adesivo (nel caso di posa mediante incollaggio);
– tipo di materassino sotto-pavimentazione, nel caso di posa flottante;
– tipo di finitura (vernice, olio, cera, colore).
Per ognuno dei criteri progettuali relativi al “sistema di pavimentazione” la norma fornisce una serie di indicazioni; per esempio, per quanto riguarda l’individuazione delle caratteristiche prestazionali in funzione della destinazione d’uso, delle sollecitazioni meccaniche e dell’impiego previsto, la norma sottolinea che occorre valutare sia le caratteristiche della specie legnosa, anche in termini di durezza e stabilità dimensionale, sia quelle della finitura superficiale (fornite dal fabbricante o sulla base di dati rinvenuti nella bibliografia di settore). Per la conformità del progetto ai disposti legislativi vigenti, il progettista ha il compito di valutare, ove richiesti, anche i parametri di scivolosità della finitura e la classe di reazione al fuoco.
Si ricorda che, in assenza di progettista, come spesso accade negli interventi di rifacimento della pavimentazione di un’abitazione privata, a livello contrattuale deve essere indicata la figura che assume il ruolo e le relative responsabilità di natura progettuale. Questo è quanto puntualizzato anche in norma UNI 11265.
Quali piani di posa?
La UNI 11935 riporta i piani di posa più diffusi, descrivendone tipologie, caratteristiche e norme di riferimento, ove disponibili.
Queste le tipologie di piani di posa normate:
– massetti cementizi o a base di leganti speciali, sia tradizionali che a media o rapida essiccazione, con o senza magatelli trapezoidali incorporati (riferimento UNI 11371)
– massetti a base di solfato di calcio (anidrite) (riferimento UNI 11371)
– piani di posa a secco (es. pannelli di legno e derivati del legno, pannelli di fibrogesso e orditure di legno);
– piani di posa costituiti da pavimentazioni preesistenti.
È inoltre possibile impiegare un materassino sottopavimento come piano di posa per l’incollaggio e in questo caso occorre che le caratteristiche di idoneità del prodotto per tale impiego siano dichiarate dal fabbricante.
Come si può osservare, per i massetti il richiamo alla UNI 11371 è puntuale e questo comporta la conformità (e la relativa idoneità) di questi piani di posa in termini di livelli prestazionali per stagionatura, umidità residua, planarità, compattezza, resistenza alla scalfittura, resistenza alle sollecitazioni parallele al piano di posa, ecc.
I pannelli a base di legno: quando e come usarli
Una parte della norma si sofferma in particolare sui pannelli a base legno, da impiegarsi quando si rende necessario non sovraccaricare le strutture, quando si devono conservare le pavimentazioni esistenti oppure se non vi sono sufficienti spessori per realizzare altri piani di posa o se sono previsti tempi di lavorazione ridotti.
Sui pannelli possono essere messi in opera parquet incollati, inchiodati/avvitati e/o flottanti, con l’avvertenza che nel caso di posa flottante/galleggiante del pannello e di posa mediante incollaggio o chiodatura/avvitatura della pavimentazione di legno o del parquet, lo spessore del pannello deve essere maggiore o uguale allo spessore della pavimentazione di legno o del parquet.
La norma ricorda che anche nel caso dei pannelli impiegati come piani di posa, deve essere valutato l’inserimento di un freno o di una barriera al vapore, a seconda delle necessità, al di sotto del pannello stesso.
Oltre ai pannelli di legno e derivati del legno, la norma richiama anche i pannelli di gesso rinforzati con fibre (UNI EN 15283-2) e i pannelli di fibrocemento (UNI EN 12467), per i quali è fondamentale prestare attenzione alla tipologia di pavimentazione e alla modalità di posa (mediante incollaggio o flottante) e fare riferimento alle istruzioni del fabbricante.
Piani di posa costituiti da sistemi radianti a bassa inerzia e/o spessore ridotto
Tali sistemi si stanno diffondendo sempre più e possono rappresentare elemento di criticità per la posa del parquet se non vengono adeguatamente valutati tutti gli aspetti tecnici e applicativi. Per tale ragione e anche in previsione di un progetto normativo dedicato proprio a questa tematica, la norma UNI 11935 si limita a sottolineare alcuni principi di base. Per esempio, nel caso di posa mediante incollaggio totale della pavimentazione, i sistemi radianti devono rispettare le principali caratteristiche dei massetti e dei pannelli ed essere ancorate meccanicamente o chimicamente al supporto sottostante, in modo da garantire il bilanciamento delle eventuali tensioni negli elementi di legno dovute alle variazioni termo-igrometriche ambientali. In assenza di ancoraggio al supporto, la posa della pavimentazione di legno deve avvenire solo mediante sistema flottante.
La norma evidenzia infine la minore resistenza ai carichi di questi sistemi rispetto ai sistemi radianti tradizionali e la necessità di prestare attenzione alla compattezza, alla stabilità, alla planarità e alla regolarità delle quote, indicate a progetto.
Freno e barriera al vapore: due elementi molto importanti
Un’importante premessa riguarda la differenza tra queste due tipologie di schermo al vapore secondo norma UNI 11470, richiamata proprio nella UNI 11935.
Queste le definizioni normative:
– Freno: elemento impermeabile di tenuta avente la funzione di ridurre il passaggio del vapore acqueo per controllare il fenomeno della condensa all’interno del pacchetto di pavimentazione.
– Barriera: elemento impermeabile di tenuta avente la funzione di limitare fortemente il passaggio del vapore acqueo per controllare il fenomeno della condensa all’interno del pacchetto di pavimentazione.
La UNI 11935 sottolinea che per mantenere inalterate nel tempo le caratteristiche prestazionali della pavimentazione, occorre prestare molta attenzione, a partire dalla fase progettuale, a una condizione imprescindibile, ossia la protezione dall’umidità: sia umidità di costruzione, ossia quella ancora presente nei primi tempi di vita dell’edificio, sia di risalita o di condensa, che potrebbe manifestarsi, in particolari condizioni ambientali, anche in momenti successivi.
Freno e barriera al vapore devono essere posati prima della realizzazione dei massetti o prima della posa dei pannelli di legno o derivati del legno, oppure prima dell’installazione del sistema radiante a pavimento, per isolare il piano di posa (e di conseguenza la pavimentazione di legno), dall’umidità.
Le verifiche preliminari
La norma si sofferma poi sulle verifiche da effettuare prima della posa, in particolare le verifiche relative al piano di posa, alle condizioni ambientali di cantiere, allo stoccaggio del materiale in cantiere, all’apertura degli imballi e infine, non meno importante, la verifica della documentazione di accompagnamento, che come indicato nella UNI 11265, deve avvenire a cura della Direzione Lavori, ove presente, oppure della Committenza, in assenza della D.L.
Le verifiche del piano di posa (per pavimentazioni di legno posate mediante incollaggio o fissaggio con cordoni di colla) di competenza del posatore (si vedano UNI 11371 e UNI 11265) riguardano fessurazioni, umidità residua, quota, planarità, compattezza in tutto lo spessore, resistenza alla scalfittura superficiale, pulizia.
Le verifiche correlate invece a spessore e resistenze meccaniche (sollecitazioni parallele al piano di posa) non sono di competenza del posatore, ma dell’impresa esecutrice del massetto.
Per quanto riguarda le condizioni ambientali di cantiere, la norma specifica che occorre innanzitutto porre attenzione al rispetto delle condizioni di igiene e sicurezza per gli operatori di cantiere, aggiunge poi che i serramenti esterni devono essere installati, i locali da pavimentare essere al riparo da intemperie ed essere inoltre già state posate le altre tipologie di pavimentazioni eventualmente adiacenti alla pavimentazione di legno.
Nel caso di posa mediante incollaggio, la temperatura dei locali deve essere mantenuta alle condizioni prescritte dal fabbricante dell’adesivo.
Nel caso di massetti con impianti radianti, deve essere effettuato il ciclo di accensione progressiva e relativo spegnimento dell’impianto, secondo la norma UNI EN 1264-4 o UNI 11371 (le modalità riportate nelle due norme sono allineate).
Dopo la posa della pavimentazione sono ammesse l’installazione delle porte interne e l’eventuale ultima mano di tinteggiatura delle pareti, prestando la dovuta attenzione alla protezione della pavimentazione.
Lo stoccaggio in cantiere e gli imballi
Due parole sullo stoccaggio in cantiere e sugli imballi: la UNI 11935 stabilisce che gli elementi di legno devono essere conservati nel loro imballo originale, le confezioni devono essere sollevate da terra per evitare eventuali assorbimenti di umidità e i luoghi di stoccaggio devono essere chiusi, puliti e asciutti; le colle e i prodotti per la finitura devono essere infine conservati alle condizioni ambientali indicate dai fabbricanti.
L’apertura degli imballi al momento della posa deve avvenire utilizzando un’attrezzatura idonea, senza recare danno agli elementi di legno.
La posa in opera
Ampio spazio è dedicato a questo punto, che tratta le geometrie di posa richiamate nella norma UNI EN 13756 e le integra con le geometrie a campitura a pettine e a fascia e bindello, nonché riporta le tipologie di posa (mediante incollaggio, chiodatura o avvitatura, flottante o galleggiante), fornendo specifiche istruzioni per ogni modalità di installazione, anche in relazione alla realizzazione dei giunti di dilatazione, e sottolineando come, al momento della posa, sia buona regola miscelare gli elementi di legno prelevandoli da più di una confezione, al fine di evitare antiestetiche concentrazioni cromatiche sulla pavimentazione.
La posa in opera mediante incollaggio o “fissaggio con cordoni di colla”
Questo punto della norma è dedicato non solo alle istruzioni di posa mediante incollaggio, ma anche agli adesivi, in termini di tipologie, categorie, condizioni di utilizzo e sicurezza di questi prodotti.
L’adesivo deve essere applicato uniformemente sulla superficie del piano di posa in quantità sufficiente (almeno il 70% di contatto con il retro dell’elemento di legno) e non deve fuoriuscire né dai fianchi né dalle teste dei singoli elementi.
Il cambio della spatola rappresenta un momento molto importante per assicurare l’applicazione dell’idonea quantità di colla; il compito di verifica dell’integrità della dentatura e del momento del cambio è attribuita al posatore. Così come ulteriore compito del posatore è di non lasciare tracce di adesivo e, prima della consegna, di provvedere a un’adeguata pulizia, in accordo con le istruzioni del fabbricante degli elementi di legno.
Relativamente alla posa in opera mediante “fissaggio con cordoni di colla”, modalità che viene trattata per la prima volta a livello normativo, la UNI 11935 evidenzia l’importanza di una valutazione preliminare in sede progettuale per poter impiegare la tipologia e il formato degli elementi di legno suggeriti dalla norma stessa (elementi di legno multistrato con lunghezza di almeno 600 mm e spessore di almeno 10 mm).
Per quanto riguarda l’adesivo da impiegare per il fissaggio, al fine di ottenere adeguata adesione ed elasticità, occorre che questo appartenga almeno alla categoria “Hard Elastic” (conforme alla UNI EN ISO 17178), sia confezionato in “salsicciotti” o cartucce e applicato a cordoni sul piano di posa, che nel caso di massetti cementizi o a base di leganti speciali e massetti di anidrite, deve essere conforme a quanto indicato nella UNI 11371.
Il diametro dei cordoni di colla è funzione dello spessore dell’elemento di legno e deve essere pari ad almeno il 50% di questo spessore, fatte salve le tolleranze applicative dei beccucci di estrusione.
L’interasse dei cordoni di colla, che devono essere disposti in file parallele, è correlato alla lunghezza degli elementi di legno e deve essere pari a 100 – 150 mm nella superficie corrente della pavimentazione, mentre in corrispondenza delle pareti occorre rispettare una distanza dal perimetro non maggiore di 50 mm, al fine di assicurare la chiusura della pavimentazione. Anche in corrispondenza delle teste degli elementi di legno, a una distanza di 50 mm, deve essere presente un cordone di colla.
I cordoni di colla devono essere realizzati in senso diagonale rispetto alla disposizione degli elementi di legno.
Verifiche finali della pavimentazione posata
La UNI 11935 dedica solo tre righe a questo passaggio, non perché di scarso rilievo, ma proprio perché determinante e fondamentale per la chiusura dei lavori e la consegna della pavimentazione finita, sottolinea la necessità di fare riferimento alla norma UNI 11368 che, si ricorda, riguarda proprio criteri e metodi di valutazione da impiegare in queste fasi conclusive.
Attenzione alle condizioni di esercizio
Anche questo punto rappresenta un elemento di novità in ambito normativo, in particolare per quanto riguarda le condizioni climatiche. Il gruppo di lavoro UNI ha ritenuto utile codificare tali condizioni, generalmente riscontrabili nei manuali associativi, nella documentazione dei fabbricanti o in bibliografia, ai fini della corretta funzionalità e durabilità della pavimentazione di legno, ma anche del benessere e della salute degli occupanti.
Le condizioni climatiche dei locali raccomandate dalla norma sono di circa 19 – 22 °C, con il 40 – 50% di umidità relativa in inverno e di 24 – 26 °C con il 50 – 60% di umidità relativa durante la stagione estiva. Queste condizioni, per altro, corrispondono a quelle indicate dal Ministero della Salute (Microclima e benessere termico (salute.gov.it)), proprio ai fini del benessere termico.
Tra le altre condizioni di esercizio, la norma richiama l’attenzione su alcuni aspetti, tra cui:
– l’usura della finitura della pavimentazione di legno dovuta all’utilizzo e alla possibile presenza di sporco e particelle di polvere sotto le suole delle scarpe;
– la necessità, durante le fasi di allestimento dell’arredo o di ulteriori lavorazioni complementari, di proteggere le zone di passaggio con teli in grado di assorbire eventuali urti e di consentire la traspirabilità della pavimentazione (cartoni ondulati o lisci o tessuti);
– la necessità di dotare i mobili di feltrini agli appoggi e di posizionarli evitandone il trascinamento. Per i mobili e le sedie dotati di rotelle sono raccomandate le rotelle di gomma;
– l’importanza di posizionare eventuali tappeti nei tempi indicati dalle istruzioni del fabbricante degli elementi di legno e della finitura.
– il rimando alle istruzioni fornite dal fabbricante per le operazioni di pulizia e i relativi prodotti da utilizzare.
Dove acquistare la norma?
Attraverso il sito di UNI di e-commerce (www.store.uni.com ) è possibile acquistare le norme UNI in formato cartaceo ed elettronico PDF, le norme ISO in formato elettronico PDF, gli Abbonamenti di Consultazione.
È poi possibile ordinare in formato cartaceo le norme dei principali Enti normatori esteri: DIN, AFNOR, ASTM e BSI.
Per avere informazioni sull’acquisto delle norme o degli altri prodotti editoriali UNI: Call center 02 70024200 (dalle 8.30 alle 12.00 e dalle ore 14.00 alle 17.00, dal lunedì al venerdì).
Ricorda!
Prima di procedere alla posa in opera, il posatore deve verificare l’idoneità del massetto secondo la norma UNI 11371. Ecco i valori di riferimento per l’umidità residua:
– massetto cementizio: 2,0 %
– con impianto riscaldante/raffrescante: 1,7 %
– massetto di anidrite: 0,5 %
– con impianto riscaldante /raffrescante: 0,2 %
Rita D’Alessandro
Laureata in Ingegneria Civile Edile nel 1985, dal 1996 è libera professionista.
Si occupa dell’attività tecnico-normativa di EdilegnoArredo/FederlegnoArredo, l’associazione di FederlegnoArredo che riunisce i produttori di finiture interne (porte, finestre, porte d’ingresso, pavimentazioni di legno e scale prefabbricate) e manufatti per l’arredo urbano e per esterni.