Una figura professionale che coniuga saperi tradizionali e innovazione e che può offrire un valido contributo alla progettazione e realizzazione di opere lignee belle e durature
Fabio Braga
Tra i ‘mestieri verdi’ che si stanno affermando negli ultimi c’è senza dubbio quello del tecnologo del legno.
È una figura professionale che si forma nelle Università e che coniuga saperi tradizionali e innovazione: un tempo c’era il falegname, oggi c’è il tecnologo del legno, che è una figura che non si forma più “a bottega”, in quanto la passione del legno deve raggiungere una specializzazione di alto profilo, superando il concetto dell’artigianalità. Lo sottolinea il rapporto GreenItaly, della Fondazione Symbola, perché “la formazione di base e le sue competenze possono anche essere quelle tradizionali, ma la lavorazione del legno deve essere assunta in tutti i suoi aspetti, dalla scelta della materia prima al taglio, dal controllo produttivo di processo al montaggio, fino, nelle fasi più moderne, all’uso di programmi di progettazione come l’autocad. L’edilizia in legno ha certamente contribuito ad aprire nuovi spazi di mercato nel nostro Paese, ma anche nell’industria mobiliera oggi si progetta e si produce secondo le più moderne tecnologie”.
Le basi formative
Il tecnologo del legno è una figura professionale che nasce, a livello universitario, nei corsi di laurea in Scienze forestali e ambientali.
Lo studente costruisce il proprio curriculum acquisendo competenze specifiche in materia forestale, studiando gli ecosistemi forestali, la fisiologia e le caratteristiche degli alberi, le proprietà fondamentali del legno, per arrivare infine a sviluppare competenze tecnologiche correlate alle numerose applicazioni industriali, artigianali e perfino artistiche di questo materiale.
Le opportunità professionali
Il tecnologo del legno può percorrere principalmente due strade: lavorare come tecnico presso un’azienda oppure da libero professionista.
Pratico questo mestiere nella stessa azienda, la mia, dal 1984 , operando anche come consulente per studi professionali, aziende, laboratori di ricerca, istituzioni pubbliche e private. Siamo ancora pochi, rispetto alle necessità del mercato.
I comparti potenzialmente interessati sono molti, in primo luogo – per quel che mi riguarda – il settore delle pavimentazioni in legno, ma anche quello dell’arredo, anche se il comparto che recentemente si è sviluppato di più è quello delle costruzioni con struttura portante di legno. È un settore cresciuto in maniera vertiginosa negli ultimi anni non solo in Italia, ma anche nel mondo.
Quando entra in gioco il tecnologo del legno?
Quando un architetto o un ingegnere disegna, progetta e dimensiona una nuova struttura prevalentemente in legno, la competenza del tecnologo permette di segnalare possibili criticità che si rivelerebbero solo a costruzione ultimata. Mi riferisco soprattutto alla progettazione della durabilità degli edifici in legno.
Un altro tipo di assistenza specifica del tecnologo è quello legato alla classificazione del materiale strutturale destinata alle costruzioni in legno. Nel ciclo di vita del prodotto ci deve essere, infatti, una figura abilitata ad apporre il marchio CE su ogni elemento portante: il tecnologo ha tutte le carte in regola non solo per fungere da responsabile aziendale in questo settore, ma anche per formare altre figure tecniche a questo tipo di compiti.
Il tecnologo del legno entra in gioco non solo nelle nuove costruzioni, ma anche nelle ristrutturazioni, nella conservazione dei beni culturali: sappiamo bene quanto sia vasto il patrimonio immobiliare italiano che abbisogna d’interventi di questo tipo.
Il professionista, nei casi di edifici a vincolo storico-artistico, affianca l’architetto, l’ingegnere, il restauratore o lo storico dell’arte, effettuando indagini e diagnosi in opera e verificando lo stato generale delle parti strutturali, oltre a verificarne la sicurezza, sulla base di quanto richiesto dalle norme vigenti.
Parliamo di legno
Il legno negli ultimi anni ha riacquisito un ruolo importante, sia per le sue spiccate caratteristiche di ecosostenibilità che per la sua versatilità.
L’Italia, pur contando su un’ampia copertura forestale, purtroppo, non produce legno in misura sufficiente a soddisfare la domanda: siamo un Paese eminentemente trasformatore, siamo legati ad altri per l’approvvigionamento (e ne sentiamo proprio in questo periodo tutto il peso, con la carenza di materie prime e l’aumento spropositato dei prezzi), i nostri prodotti, tuttavia, sono molto apprezzati anche all’estero.
Legni di casa nostra
Nelle costruzioni, in Italia e in tutta Europa, le specie legnose utilizzate sono pochissime: la stragrande maggioranza delle strutture sono costruite con legno di abete rosso, impiegato pressoché in maniera esclusiva per prodotti di legno lamellare e incollato. Si tratta di una specie molto diffusa, dalle nostre Alpi fino alle soglie del Circolo Polare Artico. Il suo legno è leggero ed elastico, ottimamente lavorabile, facilmente essiccabile e – se utilizzato con criterio – di durata praticamente eterna. La gestione dei boschi di abete rosso, in Italia e altrove, può e deve essere condotta attraverso precisi criteri di sostenibilità, cosicché si possano coprire le esigenze produttive senza mettere minimamente in pericolo l’integrità delle foreste. Abbiamo da noi esempi longevi e di successo, come ad esempio la Magnifica Comunità di Fiemme, che vanta una storia millenaria di utilizzazione costante dei propri boschi e che, grazie alle sue foreste (oggi certificate FSC e PEFC – due marchi che garantiscono la sostenibilità della gestione forestale) prospera fornendo legname pregiato alle aziende, combustibile pulito per la produzione di energia e panorami di indescrivibile bellezza ai turisti che arrivano da ogni parte del mondo.
Oltre all’abete rosso c’è il castagno, esteso particolarmente nell’area appenninica e presente in maniera abbondante anche in Spagna, Francia, Grecia e altri Paesi dell’area mediterranea. Tutti questi Paesi hanno avviato programmi di valorizzazione dedicati, compresa l’Italia, che ha investito molto in ricerca e promozione su questa specie dalle caratteristiche molto interessanti, specialmente nel quadro di un’edilizia rispettosa anche delle culture e dei saperi locali.