Ce l’ho con: chi non ha rispetto per il parchettista


Fabio Paracchini, titolare FASE.

Ho iniziato a lavorare nel settore dei pavimenti in legno tanti anni fa come banconista alla Künzle & Tasin, allora azienda leader nel campo delle macchine levigatrici per parquet. Poi sono diventato tecnico, poi un po’ tecnico e un po’ commerciale, andando in giro per l’Europa a fare assistenza e presentazioni di levigatrici, poi sono diventato responsabile post vendita e infine ho fondato la mia società, FASE.

Ho alle spalle un percorso di oltre 25 anni nel quale ho fatto grande esperienza e conosciuto “personaggi” di tutti i tipi… Il lavoro negli anni si è evoluto, i materiali sono cambiati, la tecnologia ha dato il suo contributo anche a questo piccolo settore e io stesso, nel tempo, ho cambiato più volte ruolo. Una sola cosa per me è rimasta immutata con il passare degli anni: il principale referente della mia attività è sempre stato – ed è ancora – lui: il parchettista.

Lui è sempre davanti a me. Il personaggio che è ho conosciuto all’inizio della mia carriera, l’umile artigiano che vedevo al di là del bancone, che veniva ad acquistare un macchina o semplicemente della carta abrasiva alla Künzle e Tasin, oggi è ancora quotidianamente davanti a me, acquista da me e, come allora, chiede consigli tecnici, cerca di avere uno scambio di opinioni con i colleghi che incontra nel mio magazzino e io sono sempre lì a dare il mio contributo, un mio parere sui più svariati argomenti inerenti la posa, la levigatura o la verniciatura di un parquet.

Sono cresciuto professionalmente con e grazie alla figura del parchettista. Le sue richieste o esigenze hanno fatto sì che nel tempo mi prodigassi in ricerche di particolari soluzioni per agevolare questa difficile e faticosa professione.

Ecco, io ce l’ho con chi non ha rispetto per il parchettista, con chi lo sfrutta per vendergli qualsiasi cosa e poi gli gira le spalle se ha bisogno di assistenza; con chi gli offre lavoro e se poi accade che c’è un problema in cantiere gli scarica addosso tutta la responsabilità; con chi lo paga ingiustificatamente tardi e con chi non lo paga proprio; con chi lo scavalca commercialmente e con chi non tiene in considerazione la pesantezza di un lavoro usurante e lo considera ‘caro’ invece che semplicemente costoso.

Lo dico forte ai tanti protagonisti del nostro settore: il rispetto per un lavoro artigianale è il rispetto per la fatica dell’uomo, è un plauso all’arte che caratterizza questo mestiere e alla bellezza unica di un pavimento in legno.

Fabio Paracchini