Legno e sostenibilità: 4 (s)punti per il 2021


Possiamo certamente definire il 2020 come un anno spartiacque, che ha segnato un “prima” e un “dopo” in molti aspetti della nostra vita: tra questi, i sistemi di produzione e di consumo, che richiederanno sempre più flessibilità, innovazione, ricerca di alternative a basso impatto e green. Ecco cosa sta cambiando e perché è importante essere preparati.

1. Cambiamento prima di tutto

Lo ha ribadito il neo-eletto presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin, in un’intervista rilasciata al Sole24Ore l’ottobre scorso; lo ha messo nero su bianco il nuovo Rapporto GreenItaly 2020 di Symbola, dal titolo evocativo “Un’economia a misura d’uomo per affrontare il futuro”: ci avviamo verso un nuovo sistema che dovrà coniugare consumo e conservazione, produzione e gestione responsabile delle risorse. Le nuove imprese dovranno essere non già flessibili, ma resilienti, capaci cioè di adattarsi alle mutate condizioni socio-economiche. È dimostrato che le filiere sostenibili sono anche le filiere più resistenti di fronte agli shock e alle emergenze (ambientali, ma anche sociali ed economiche); dovremo tenerne conto nella ripartenza post Covid-19 se davvero vogliamo che diventi un’opportunità, una base per un nuovo, duraturo sviluppo.

2. Spazio alle persone

In una situazione così complessa, il cambiamento non può essere demandato solo alle imprese, ma deve diventare un movimento partecipativo. Un esempio di questa “nuova alleanza” lo troviamo nell’edilizia e nelle indicazioni presenti nel Decreto Legge 19 maggio 2020, n. 34 “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19” che contiene le disposizioni di incentivazione degli interventi di ristrutturazione o miglioramento energetico degli edifici privati, note come “SuperEcobonus 110%”. All’Art. 119, comma 1. punto A del Decreto si prescrive infatti che, per gli interventi di isolamento termico, i materiali utilizzati debbano rispettare i Criteri Ambientali Minimi (CAM). I CAM, elaborati periodicamente dal Ministero dell’Ambiente per definire le performance ambientali minime che devono avere i prodotti oggetto di acquisto pubblico, diventano perciò strumento cogente non solo per la pubblica amministrazione, ma anche per gli interventi di edilizia privata. Nei CAM Edilizia, si prescrive, fra le altre cose, l’utilizzo di prodotti in legno di cui sia garantita la provenienza sostenibile; prova di questa origine possono essere certificazioni di origine e prodotto come FSC o sue equivalenti.

3. Una casa naturale al centro

Come per il 2020, anche nel 2021 il focus sarà verso la cura degli interni: i mesi di lockdown e lo smartworking ci hanno fatto riscoprire la bellezza e la comodità degli ambienti domestici. La nostra casa, con i suoi spazi familiari, diventa ufficio ma anche luogo di relax; con i loro colori e profumi, arredamenti e pavimenti in legno ci aiutano a mantenere il contatto con la natura, riducendo lo stress e le tensioni che possono insorgere in un contesto come quello abitativo, che con lo smartworking fonde lavoro e vita privata. Anche qui, il nuovo Bonus Mobili, confermato fino al dicembre 2020, può venire in aiuto: si tratta infatti di una detrazione del 50% su arredi ed elettrodomestici e per interventi realizzabili in pochi giorni e con spese contenute. Attenzione ovviamente alla provenienza della materia prima: la scelta di arredi fatti con legno da fonti sostenibili contribuisce a generare impatti positivi nelle aree di origine ed è, come visto nel punto precedente, garanzia di legalità.

4. Lunga vita alle nostre foreste

La pandemia mondiale ha messo in evidenza lo stretto legame che esiste tra uomo e natura, e in special modo tra persone, biodiversità e foreste. Se questo rapporto viene incrinato o compromesso, le conseguenza possono essere devastanti, localmente come a livello mondiale. D’altra parte, il secondo anniversario della tempesta Vaia, ricordato alla fine di ottobre, chiede a gran voce un’evoluzione in questo rapporto: da fonti di legname, i boschi devono diventare fonte di servizi e strumenti imprescindibili per contrastare i terribili effetti dei cambiamenti climatici in atto. Dagli anni ’50 ad oggi, il patrimonio forestale nazionale ha conosciuto ritmi di crescita senza precedenti, e ricopre ad oggi oltre 11 milioni di ettari, pari a quasi il 40% del nostro paese. Causa principale di questo aumento abnorme (+75% negli ultimi 80 anni) è legata all’abbandono di aree montane, ma anche alla mancanza o alla non puntuale applicazione dei piani di gestione e utilizzo di questa risorsa. Dovremo essere capaci quindi di invertire questo trend – seppure positivo – e ritornare a valorizzare le filiere nazionali.

di Diego Florian