Vi raccontiamo chi è il “Posatore 4.0”


Un progetto nato quasi per gioco, con la voglia di condividere esperienze e con l’obiettivo di aiutare i parchettisti a pensare fuori dagli schemi, mettersi in gioco e diventare imprenditori di successo. L’idea è di Stiven Tamai e Michele Murgolo, che si raccontano in una lunga e interessante intervista.

Un progetto nato durante il periodo di lockdown – un periodo, per molti di noi, di grande fermento intellettuale, di riflessioni, di confronti – con la voglia di condividere esperienze, strategie vincenti, pezzetti di vita e con l’obiettivo, ambizioso, di aiutare i colleghi posatori a diventare imprenditori di successo.

Gli artefici sono due imprenditori che “bazzicanoAIPPL da sempre e che nel mondo dell’associazionismo credono molto, “perché le associazioni rendono l’uomo più forte e mettono in risalto le doti migliori delle singole persone”. Stiven Tamai, veneziano, e Michele Murgolo, bitontino DOC: il giorno e la notte verrebbe da pensare e invece no, Tamai e Murgolo sono due “gemelli diversi“, come amano definirsi. Stesse passioni, la natura sopra tutto, stesso percorso professionale, punteggiato di corsi di formazione sulla crescita personale.

Posatore 4.0” è un progetto nato quasi per gioco, partendo da una prima serie di video (lanciati in collaborazione con noi di I Love Parquet, a cui le sfide piacciono, e molto), passando per il lancio di una pagina Instagram attraverso la quale – grazie a video, animazioni, brevi slideMurgolo e Tamai spingono i colleghi a “tirare fuori il meglio di loro“: “Puntiamo a una formazione personale, non tecnica. Ci rivolgiamo ai posatori di ogni genere, soprattutto parchettisti, ma in generale a chi ha voglia di vedere oltre, di mettersi in gioco, parlando da imprenditore a imprenditore, cosa che ci permette di essere incisivi e credibili, perché conosciamo benissimo il settore”.

Questa la mia chiacchierata con Tamai e Murgolo.

Vi descrivete in due parole?

Tamai: “Io mi chiamo Stiven, oggi faccio il posatore artigiano con una gran passione per l’aria aperta e per le cose belle, con la voglia di imparare sempre e di stupirmi tutti i giorni“.

Murgolo: “Io sono un parchettista bitontino e vice presidente AIPPL, appassionato di musica e del mio lavoro. Sono una persona molto curiosa, mi piace mettermi continuamente in gioco. Da quasi quattro anni ho uno showroom che gestisco insieme alla mia socia, nonché mia moglie, Cinzia. Ho capito, grazie a molte giornate di formazione, che tutti possiamo essere imprenditori di successo se ci mettiamo costantemente in discussione“.

Perché vi siete scelti?

Tamai: “Perché siamo simili. Aggiungo solo che il fatto di poter condividere le mie idee con una persona che considero un vero amico per poi trasporle a tutti i nostri colleghi è davvero entusiasmante e stimolante“.

Murgolo: “Ci siamo conosciuti in ambito associativo, in AIPPL per la precisione, prima da soci e poi da componenti del Consiglio Direttivo. È proprio in quest’ultimo ambito che abbiamo approfondito la nostra conoscenza: riunione dopo riunione, evento dopo evento, abbiamo iniziato a conoscerci e ad apprezzarci, sia dal punto di vista professionale che da quello personale. Io ho capito subito che Stiven era una bella persona. Il fatto di aver frequentato corsi sul miglioramento personale e professionale molto simili, in alcuni casi gli stessi corsi, ci ha permesso di riuscire a parlare la stessa lingua e di confrontarci sui molteplici benefici della formazione imprenditoriale di qualità, professionalmente e anche nella sfera privata. In un certo senso siamo ‘gemelli diversi’…“.

Il tassello mancante

Quando è nata l’idea?

Tamai: “Forse ha preso forma proprio durante il lockdown, anche se era da un po’ che ci girava per la testa, da circa un anno. Eravamo partiti con delle riflessioni molto diverse dal progetto attuale, ma sempre caratterizzate dal desiderio di avere un pensiero ‘laterale’; dopo un lungo brainstorming siamo approdati alla realizzazione di ‘Posatore 4.0’, abbiamo iniziato a girare i video, abbiamo aperto la pagina Instagram. A spingerci è stata la voglia di divulgare in modo moderno, come si fa oggi, con i mezzi più attuali del momento, quale può essere il ‘pensiero laterale’ per un posatori di pavimenti di legno: con Michele ne abbiamo parlato a lungo e siamo arrivati alla conclusione che è bene raccontare non ciò che piace a me e a lui, ma ciò che realmente potrebbe interessare al nostro cliente“.

Murgolo: “In effetti l’idea ci frullava in mente da un anno circa. Pensavamo alla grande formazione tecnico-pratica che AIPPL eroga con grandissima professionalità e qualità, ma ci siamo accorti che mancava un tassello importante. Sentivamo storie di posatori dal talento innato, capaci di costruire parquet di altissima fattura, posatori con una preparazione tecnica davvero alta ma che, a livello imprenditoriale, non riuscivano a emergere sul mercato, in alcuni casi erano completamente sconosciuti. Il tassello è questo! Manca la formazione imprenditoriale, personale e attitudinale, la formazione che ti serve per farti notare dal mercato e riuscire a tessere reti che possano portarti nuove opportunità e per farlo devi saper trattare con le persone. Abbiamo scoperto, io e Stiven, di avere questa due attitudini. Io nella comunicazione ‘digitale’ mentre Stiven in quella ‘reale’. Grazie alla grande opportunità iniziale che la rivista I Love Parquet ci ha donato, mettendoci in condizione di realizzare e divulgare dei primi video di presentazione e poi di pillole di formazione, abbiamo creato la pagina Instagram dove poter pubblicare i nostri contenuti. Devo dire che, grazie alla rivista, abbiamo affrontato lo sconfort di andare in video e di dare un volto e una voce al nostro progetto. Questa formazione che intendiamo erogare, quindi, affiancata a quella di AIPPL, porterà il parchettista a diventare un imprenditore di successo e a migliorarsi a livello personale. Insomma, a diventare un ‘Posatore 4.0‘”.

Il “Posatore 4.0” è chi ha voglia di “provarci”

Appunto… Chi è, a vostro modo di vedere, il posatore 4.0: quali competenze ha o dovrebbe avere e quale ruolo dovrebbe ricoprire nella filiera?

Tamai: “Secondo me il ‘Posatore 4.0’ è colui che non si sente arrivato, colui che ha la voglia di imparare, ha fame di un sapere che può essere tranquillamente alla sua portata. È necessario abbandonare l’idea del ‘io ho sempre fatto così’, perché si cercherà di perseguire nuovi risultati ripercorrendo strade già battute; bisogna smettere di dire ‘non ce la posso fare perché non ho il tempo’, perché il tempo non lo si avrà mai; basta con la litania ‘è colpa della crisi’, perché terminato questo periodo ne arriverà un altro. Non sto cercando di minimizzare o dire che sia semplice ma credo che, in modo consapevole, dobbiamo essere pronti a fare valutazioni sempre diverse diventando, come si usa dire oggi, sempre più ‘liquidi’, essere fortemente motivati anche nei momenti più difficili, perché noi siamo sempre ciò che vogliamo.
Colui che ha la voglia di ‘provarci’ ha anche le caratteristiche per essere un ‘Posatore 4.0’. E nella filiera dell’edilizia, lui è colui che chiude il cerchio, è la parte più importante dell’anello, senza il quale il cerchio non si chiuderebbe mai“.

Murgolo: “Il ‘Posatore 4.0’ è la persona che è stanca di correre continuamente dietro ai clienti, alle riscossioni, ai pagamenti e non per ultimo alle persone, che siano collaboratori, professionisti o anche rincorrere la compagna, la moglie, i figli, insomma tutte le persone che lo circondano e vuole finalmente mettere ordine in tutto. Il posatore dovrebbe avere tutte le competenze per poter restare, soprattutto nel prossimo futuro, nel mercato. Mercato che è in evoluzione continua, ma rispetto agli anni precedenti oggi l’evoluzione è ancora più rapida. La comunicazione, questa sconosciuta nel nostro campo… Per la maggior parte dei posatori non è altro che un passatempo, con lo scopo di autoincensarsi, di complimentarsi tra di loro, quando invece dovrebbe essere direzionata e concentrata verso il cliente“.

Come conciliate la vostra quotidianità, il vostro lavoro, con il nuovo progetto?

Tamai: “La nostra quotidianità è il nostro progetto: io sono convinto che noi siamo questo progetto. Non appena ti fermi ti rendi conto che il tuo pensiero, il tuo modo ti agire è diverso da ciò che eri ieri e da ciò che volevi essere, perché dopo aver investito tempo, forze ed energie in formazione per capire quale direzione prendere, la voglia di camminare in modo parallelo ti fa essere un artigiano laterale, un ‘Posatore 4.0’“.

Murgolo: “Ci siamo organizzati in modo scrupoloso. L’agenda settimanale è fondamentale per riuscire a inserire tutti i vari impegni. Personalmente riesco tranquillamente a dedicare sufficiente tempo a questo progetto in quanto, grazie alla formazione che ho ricevuto, ho capito perfettamente come creare una time-line efficiente“.

Pensare fuori dagli schemi

Che messaggio vi sentite di lanciare ai vostri colleghi in questo “faticoso” momento di transizione?

Tamai: “Valuta ciò che in altri momenti non avresti mai pensato di fare, pensa che con la tua conoscenza puoi aiutare un cliente a soddisfare il suo bisogno, cerca di aiutare qualcuno che ha bisogno di rimanere sorpreso“.

Murgolo: “La parola ‘faticoso’ è venuta fuori troppo spesso nelle chiacchierate con i nostri colleghi sparsi in tutta Italia. Questa parola deve trasformarsi in ‘agevole’, perché se vivi bene la tua vita tutto ti sembrerà più leggero. Non sto dicendo che ti mancheranno i problemi o le persone difficili, ma che sicuramente riuscirai a gestire il tutto con grande determinazione e leggerezza. Basta pensare solo ed esclusivamente a come stendere la colla, come misurare il grado di umidità nel massetto, come fare questa o quella finitura e imparare a memoria le norme UNI. Domani, cioè oggi ormai, bisogna imparare a comunicare bene e in modo incisivo i propri valori, in quanto il grado di attenzione del cliente è sceso a meno di 3 secondi, se parliamo del digitale, e di qualche minuto se parliamo del reale. Inoltre è fondamentale circondarsi di persone che non inquinino la nostra vita e che cospirino con noi per raggiungere determinati progetti“.

Dove vi vedete tra un anno?

Tamai: “Mi vedo qui a continuare a parlare di questo progetto con una platea ampissima che apprezza ciò che ci piace fare Quali le possibili evoluzioni del progetto? Mi piacerebbe, anzi ci piacerebbe diventare un riferimento per molti“.

Murgolo: “Personalmente mi vedo seduto accanto a un mio collega a studiare strategie per raggiungere insieme il suo obiettivo, che poi sarà il nostro obiettivo. Le possibilità di evoluzione sono infinite, il progetto avrà successo e siamo pronti a tutto. Collaborazioni importanti non mancheranno“.

Il vostro motto è “pensare fuori dagli schemi”, cosa significa, applicato alla vostra professione?

Tamai: “Non limitarsi a posare, recuperare o levigare un pavimento, ma valutare una soluzione per soddisfare un bisogno e pensare realmente a cosa fare“.

Murgolo: “Lasciarci dietro tutte quelle abitudini che ci fanno restare nelle nostre comode e sicure zone di comfort. Avere il coraggio di uscire da queste zone e abbracciare tutto ciò che sta fuori, nello sconfort. Inconsciamente diamo sempre il meglio di noi in quest’ultima modalità, è vero, non è proprio bello starci, ma è di là che vengono fuori idee, opportunità e soluzioni che non immaginavamo neanche. Nella nostra professione uscire dagli schemi significa non guardare più al nostro collega come a un concorrente da battere, ma costruire un ponte di comunicazione e di collaborazione nello spirito di migliorarsi a vicenda. Come si fa in AIPPL, dove il concetto ‘fare rete’ è forse uno dei fondamenti più sentito dagli associati“.

di Federica Fiorellini