Ce l’ho con: la slealtà di chi lavora senza etica


Matteo Berti, Berti Pavimenti Legno.

L’espressione “avercela con qualcuno” evidenzia una rottura a seguito di una relazione: infatti, la preposizione semplice “con” funge da elemento collante tra “me” e quel “qualcuno“. Personalmente, ce l’ho con qualcuno o forse più di uno, per il modus operandi basato su un approccio lavorativo sleale e non etico.

Da sempre in Berti abbiamo sostenuto, come valori aziendali, la condivisione e l’importanza dei collaboratori tutti, nella convinzione che il fattore umano siano l’asset più importante per ottenere un prodotto eccellente, oltre che una squadra riconoscibile sul mercato, estero e italiano. Ciononostante, anche i rapporti di lavoro sono eterni finché durano, lo sappiamo tutti.

Può succedere che il distacco sia il risultato di una decisione – sacrosanta – di cambiamento oppure di rottura. Bene, io ce l’ho con chi “rompe” diffondendo fake news, generando e propagando disinformazione con l’intento di screditare e denigrare il nome di un brand.

Infine, generalizzando il concetto, posso dire che ce l’ho con la disonestà intellettuale volta a svantaggiare il concorrente di turno, mettendo in pratica tattiche sleali e di dubbia utilità. Ma, si sa, lavorare con onestà intellettuale non è mai una posizione di comodo: significa perseguire valori al di là della convenienza e dell’interesse strettamente personale.

Matteo Berti