Conoscere i legni: il Mogano


Considerata tra le specie più pregiate per la qualità del suo legno di color rosso mattone, è una pianta originaria del Centro e Sud America “ad alta vulnerabilità di scomparsa”.

Il Mogano (Swietenia macrophylla, humilis, mahogani) è una delle specie legnose più conosciute al mondo, tra le più ricercate e un tempo anche impiegate su larga scala, in Europa, prima, e Nordamerica, poi.

Pare che gli schiavi africani impiegati dagli spagnoli nei loro domini caraibici per estrarre legno lo chiamassero m’oganwoRe dei legni” per le sue buone qualità come legname; gli inglesi poi lo mutarono in mahogani (mogano), nome conosciuto internazionalmente.

Gli areali di crescita delle tre specie (macrophylla, humilis, mahogani) sono distinti: la macrophylla cresce dal Messico alla Bolivia, la mahogani principalmente a Cuba e in Giamaica ed infine la humilis sul versante occidentale del Centro America.

Il Mogano è una pianta che cresce abbastanza velocemente nei suoi primi anni di vita, per poi proseguire lentamente, raggiungendo l’albero anche i 60 metri in altezza e i tre metri in diametro, con un peso specifico medio di 600 Kg/metro cubo al 12% di umidità (con notevoli variazioni: il mogano cubano, per esempio, è ben più pesante di quello che cresce nella foresta amazzonica).

Considerata tra le specie più pregiate per la qualità del suo legno di color rosso mattone, è una pianta originaria del Centro e Sud America, dove viene indicata come caoba nei paesi di lingua spagnola (termine indigeno a indicare “frutto che non si mangia”) e mogno in Brasile.

Un po’ di storia

A seguito della scoperta delle Americhe, il Mogano divenne subito famoso una volta individuato come legno ben lavorabile e duraturo e fu importato in Europa prima dalle isole spagnole di Hispaniola (attuali stati di Haiti e Repubblica Dominicana), Cuba e Puerto Rico (attualmente libero stato associato agli USA), poi soprattutto dalla Giamaica (colonia del Regno Unito) per rifornire il mercato inglese in sostituzione di quercia e noce, le due specie precedentemente più impiegate.

Il Mogano fu utilizzato nelle ebanisterie di Londra per realizzare mobili, arredi, pavimenti e figure intagliate anche di notevoli altezze (soprattutto per raffigurare santi nelle chiese cristiane di mezzo mondo), grazie alle ragguardevoli dimensioni delle tavole ricavate da alberi molto grandi e il cui legno si prestava a essere ben lavorato, ottenendone ottime finiture che ben evidenziavano i colori e i disegni del legno.

L’importanza di una gestione sostenibile delle foreste

La notevole richiesta di questo legno e la sua bassa densità per numero di piante in un ettaro di foresta, lo fanno considerare una pianta ad alta vulnerabilità di scomparsa, per cui negli ultimi decenni si è iniziato a praticare la riforestazione per poter disporre del suo legno.

Allo stato naturale, per esempio, in Bolivia, dove ho lavorato nei primi anni ’90 del secolo scorso, per ogni ettaro si trovava una sola pianta. Da qui la necessità, dopo secoli di sfruttamento selvaggio, di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di preservare quello che è rimasto e di utilizzare principalmente quello che si può ottenere da piante estratte da foreste gestite in modo sostenibile e certificate, nonché da piantagioni controllate.

Purtroppo la riforestazione su larga scala non si è potuta sviluppare nei paesi d’origine, principalmente a causa della ‘piaga’ della farfalla notturna (Hypsipylla grandella), le cui larve causano danni nutrendosi dei nuovi germogli.

Piantagioni di mogano che forniscono già legname d’opera si trovano principalmente in Indonesia e nelle Isole Figi (qui tutte le piantagioni sono di proprietà degli indigeni coinvolti nella manutenzione delle foreste, così come nella raccolta e nella lavorazione del legname in prodotto finito); negli ultimi anni sono state avviate comunque riforestazioni in paesi come Brasile, Ecuador e Colombia, in presenza anche di piante da frutto come banani ed altre ancora, con discreti risultati.

Considerata l’importanza di continuare a impiegare questo legno dai molteplici usi come mobili, pavimenti da interno e soprattutto per esterno, rivestimenti e complementi d’arredo, è doveroso verificare la sua rintracciabilità fino all’origine del taglio, grazie alle società di certificazione come per esempio FSC, in modo da evitare di alimentare commerci molte volte illegali e poco rispettosi delle popolazioni indigene che vivono nelle stesse foreste.

di Gianni Cantarutti