Di padre in figlio


Una realtà antica, ma straordinariamente moderna. Che punta sulle giovani generazioni, che investe nel marketing, che dialoga con architetti e progettisti, che ha scelto di vendere solo pavimenti sostenibili. Ce ne parla Fabio Braga, titolare dell’azienda omonima insieme al fratello.

La storia che voglio raccontarvi inizia nel 1952, quando Florindo Braga – poco più che ragazzino – inizia a seguire lo zio (che prima della guerra aveva avviato un’attività di posa di pavimenti in legno) per i cantieri di Milano. Mese dopo mese, posa dopo posa, Florindo scopre di essere davvero “portato“, comincia a conoscere il legno e ad apprezzarlo, ma soprattutto padroneggia sempre più i segreti del mestiere, tanto che nel 1964 decide di mettersi in proprio e di avviare un’attività tutta sua, la Florindo Braga, con sede in corso Roma a Trecate (NO). La carriera di Florindo è lunga e piena di soddisfazioni, anche grazie all’aiuto dei tre figli, che piano piano lo affiancano sul lavoro: arrivano i primi clienti importanti, una nuova sede, un nuovo magazzino, la nascita della società FB Srl e poi le pose delle prime plance, uno showroom rinnovato e tanto altro ancora. Fino a quando, nel 2012, Florindo riunisce i tre figli per comunicare loro una decisione importante: dopo sessant’anni di lavoro vuole godersi il meritato riposo. “Cosa facciamo dell’azienda?”. John e Fabio non hanno dubbi: acquistano la FB Srl e decidono di consolidare la tradizione artigiana della società di famiglia e di portare avanti il brand come Braga Srl (www.pavimentibraga.it).

Questa storia me l’ha raccontata Fabio Braga qualche mese fa. Mi aveva invitata nel suo showroom di Trecate per parlarmi di un’iniziativa interessante che aveva deciso di portare avanti, una serie di corsi sul mondo del parquet in collaborazione con l’ordine degli architetti di Novara e di Varese. Una volta conosciuto lo staff Braga, però, ho capito subito che ero di fronte a una società un po’ particolare, di quelle che hanno una storia alla spalle. Così ho iniziato a fare domande… E Fabio Braga ha iniziato a raccontare.

Quando è entrato in contatto con il mondo del parquet?

Sono 38 anni che lavoro nell’azienda di famiglia. Come mio padre, ho maturato una grande esperienza sul campo, avendo avuto la fortuna, o la sfortuna (sorride, nda), di essere messo in cantiere prima di altri, esperienza che mi ha permesso di conoscere a fondo i materiali e di vedere da vicino come si sviluppa realmente il lavoro di un parchettista, dalle lavorazioni più semplici a quelle più particolari: come si fanno le riparazioni, come si recupera un pavimento artistico e molto altro. Oggi posso dire di aver acquisito un know how importante, che cerco di trasmettere alle nuove generazioni“.

In che modo?

Ci sono una serie di conoscenze che più passa il tempo più si perdono, io cerco di trasmettere alle nuove generazioni, a chi lavora con noi in azienda, questo sapere antico, la tecnologia dei materiali unita alle lavorazioni artigianali, alla conoscenza degli strumenti di lavoro“.

Con il legno è stato amore a prima vista?

Beh, all’inizio non è che mi piacesse molto, sono stato obbligato. Con il passare degli anni sono cresciuto molto personalmente e professionalmente e ho capito che questa era la mia strada, tanto che oggi non riuscirei a farne a meno. Ho cercato, insieme a mio fratello, di impostare l’azienda in un certo modo, puntando sui valori e sulle competenze, ma soprattutto sulla trasparenza e sulla serietà, a costo di perdere dei lavori se non siamo convinti della bontà di quello che andremo a fare. Oggi queste competenze e questi valori ci sono riconosciuti“.

Com’è organizzata la sua azienda?

L’attività è guidata da me e mio fratello John, poi c’è Marco Mazzè, il nostro direttore marketing (una figura che non è così scontata in una realtà di posa, nda), c’è Martina, mia figlia, che segue la parte design, c’è Sara Mastronardi, al back office, e poi ci sono quattro posatori, dipendenti fissi, coadiuvati, all’occorrenza, da un quinto artigiano. Io e mio fratello abbiamo deciso di circondarci di giovani, con la volontà di portare avanti la Braga Srl ancora per tanti anni. Periodicamente organizziamo dei corsi di formazioni in sede per ‘reclutare’ ragazzi volenterosi, in grado di affiancare la vecchia guardia“.

E la formazione come avviene?

Quando pubblichiamo un annuncio riceviamo in media un centinaio di curriculum, da questi selezioniamo dieci candidati che per tre mesi faranno un corso di formazione in azienda. Alla fine del periodo scegliamo assieme ai nostri dipendenti il ragazzo che verrà inserito a far parte del gruppo; è una decisione corale, perché vogliamo ci sia sintonia e affiatamento. Cerchiamo di insegnare ai ragazzi proprio tutto, non solo sulle tecniche di posa, ma anche sui prodotti e sulla nostra filosofia aziendale, perché loro sono il nostro proseguimento in cantiere e devono poter essere autonomi nel dare spiegazioni“.

Parlava di filosofia aziendale…

Beh, abbiamo deciso di trattare solo marchi di un certo spessore e di proporre quindi prodotti di qualità, molto diversi tra loro, ma accomunati da una filosofia comune: il benessere e la salubrità ambientale, una scelta che fortunatamente paga, perché oggi c’è un’attenzione sempre maggiore alla sostenibilità e alla qualità degli ambienti in cui si vive“.

Chi è il vostro cliente tipo?

Principalmente il privato, clienti medio-alti. Lavoriamo anche per alcune imprese edili che fanno lavori di qualità e poi tanto con gli architetti“.

A questo proposito, come è nata la collaborazione con l’Ordine degli Architetti?

È nata tre anni fa per un mio puntiglio: volevo arrivare a parlare agli architetti e ce l’ho fatta. L’obiettivo non è vendere un prodotto, ma raccontare il pavimento in legno, farne apprezzare le caratteristiche e farlo conoscere al meglio. Abbiamo organizzato il primo corso nel maggio del 2017 e da allora non abbiamo più smesso, sono due anni che parliamo agli architetti del trattamento dei pavimenti, delle finiture, della manutenzione, ma anche di come è fatto un pavimento in legno, come viene lavorato, plasmato. E poi teniamo corsi sui pavimenti antichi, su restauri e ripristini, che poi è una delle nostre specialità; abbiamo restaurato i pavimenti della villa di Alessandro Manzoni piuttosto che casa Bossi a Novara, il più bel palazzo neoclassico d’Italia“.

Come si riesce a tener botta in un momento di mercato oggettivamente difficile in cui, a parte alcune isole felici, non si costruisce più? Su cosa si punta oggi?

Abbiamo impostato un metodo di lavoro e degli investimenti diversificati: da un lato c’è il lavoro con gli studi di architettura, ovvero la formazione, un investimento a lungo termine, dall’altro c’è il lavoro con il cliente finale, che attiriamo con delle azioni commerciali mirate, con un lavoro quotidiano, portato avanti grazie al nostro ufficio marketing. C’è un luogo comune nel nostro settore, che ‘fare casa’ sia un’esperienza tragica. Noi vogliamo ribaltare questa credenza e fare in modo che i nostri clienti vivano un’esperienza unica. Il pavimento passa quasi in secondo piano, ciò che viene prima è l’esperienza d’acquisto e la soluzione a un problema. “Perché cerchi un pavimento in legno?” “Cosa ti aspetti”, “Qual è il tuo progetto”, questo è ciò che chiediamo a chi entra in showroom, poi si parlerà di rovere o di posa a spina di pesce, solo dopo. L’ascolto è alla base delle nostre vendite“.

Come dargli torto?

di Federica Fiorellini