Gli artigiani del futuro? Siamo noi!


Cosa significa essere un artigiano oggi, nel mondo della robotica e della digitalizzazione?“. Questo è il contributo che mi ha chiesto Federica per il numero di aprile della rivista.

Un tema interessante, anzi, credo che questo sia “il tema” degli ultimi anni.

Più ci penso e più mi rendo conto che tutti noi siamo abituati ad associare il termine artigiano a una dimensione passata, alle botteghe di una volta, al falegname Geppetto che non si perde d’animo nemmeno quando Pinocchio si addormenta con le gambe sulla stufa: “Presi in mano gli arnesi del mestiere e due pezzetti di legno stagionato, si mise a lavorare di grandissimo impegno. E in meno d’un’ora i piedi erano bell’e fatti”.

Certo, l’artigiano è tutto questo: è un concentrato di manualità, ingegno, creatività e soprattutto di professionalità basate su competenze umane che le macchine non possono rimpiazzare.

Ma l’artigiano è anche il posatore qualificato, che alle abilità tecniche unisce capacità tecnologiche, gestionali, di comunicazione e molto altro.

Essere artigiano non significa rifiutare il nuovo, anzi, l’artigiano del futuro (e del presente), a mio modo di vedere, è colui che dimostra di accettare le sfide del suo tempo dedicandosi alla crescita personale. È colui che sceglie, per esempio, di utilizzare materiali, strumentazione e metodi moderni e, perché no, sostenibili (oggi non si può prescindere da questo aspetto).

Gli artigiani del futuro siamo noi di AIPPL, che non ci stanchiamo di studiare, di confrontarci, di migliorarci, sempre, mantenendo alta la grande tradizione artigianale italiana del pavimento di legno, che non è affatto destinata a scomparire, anzi è destinata sempre di più a crescere e a valorizzare il made in Italy, che nel mondo tutti ci invidiano.

di Dalvano Salvador