Due giorni di confronto e visione: Chimiver riunisce il settore per parlare di normative e futuro


Due giornate di approfondimento, confronto e visione strategica: il 15 e 16 maggio 2025, Chimiver ha riunito a Bergamo 37 aziende produttrici di parquet in un evento in cui si è parlato di normative ignifughe e navali, di futuro del settore, del ruolo delle associazioni e di molto altro. Tanti i temi affrontati in un clima autentico e costruttivo, per una filiera che ha bisogno di compattezza, visione e orgoglio

Costruire cultura di filiera, condividere esperienze, parlarsi davvero. È con questo spirito che Chimiver Panseri ha organizzato, il 15 e 16 maggio 2025, una duegiorni intensa, partecipata e pensata per chi – con competenza e passione – produce, sviluppa e distribuisce parquet e ne costruisce il futuro.

Facciamo un passo indietro: con sessant’anni di storia alle spalle, Chimiver è oggi un esempio di perseveranza e innovazione nell’industria chimica. Perseveranza, perché l’azienda di Pontida è cresciuta in modo costante e continuo fin dagli anni Sessanta, sotto la guida di Giovanni Panseri prima, e dei figli Oscar e Nevio poi. Innovazione, perché questa crescita è sempre stata accompagnata da investimenti mirati nella ricerca e da un approccio proiettato verso il futuro, fondato su comportamenti aziendali responsabili, sostenibili e coerenti con i principi ESG.

Proprio da questa visione nasce l’iniziativa curata da Alessandro Butta, Industry Department Manager dell’azienda, che ha riunito 61 operatori e 37 aziende del settore in due luoghi simbolici della provincia di Bergamo per un confronto aperto, concreto e stimolante.

Normative, identità e cultura tecnica

Il primo giorno, nella suggestiva cornice del Museo del Falegname “Tino Sana” ad Almenno San Bartolomeo, è stato dedicato al tema – spesso trascurato ma cruciale – delle normative ignifughe e navali applicate ai materiali da pavimentazione. Dopo i saluti istituzionali, si sono alternati gli interventi del CSI S.p.A., della Capitaneria di Porto e di Fireing, offrendo una panoramica puntuale e concreta.

La serata si è chiusa con la visita al museo e un momento conviviale, dove la dimensione relazionale ha avuto modo di esprimersi con spontaneità.

Il futuro del legno tra sfide e visione

Il giorno successivo, nella sede Chimiver di Pontida, si è guardato avanti. Ha aperto i lavori Renza Altoè Garbelotto (Consigliere Incaricato del Gruppo Pavimenti di Edilegno/FederlegnoArredo), con un intervento che ha unito dati e sensibilità: «Il legno non è solo materiale, è emozione, benessere, cultura. Comunicarlo è fondamentale quanto produrlo bene».

Lorenzo Onofri, presidente FEP (Federazione Europea dei produttori di Parquet), ha rimarcato con forza l’importanza dell’associazionismo: «Le federazioni non devono dare nulla a nessuno: sono gli associati a dover prendere. L’associazione mette a disposizione contatti con la Commissione Europea, consulenze legali e tecniche, dialogo con i ministeri. Da soli, certe porte non si aprono». Onofri ha poi evidenziato il valore concreto dei dazi antidumping sulle importazioni di parquet dalla Cina, fortemente voluti da FEP: «È un provvedimento che vale per tutti i produttori europei. Il beneficio è di tutti noi».

Sono seguiti gli interventi del CEO di Greenwich S.r.l., Mario Angelo Pinoli, e del team CATAS, con Paolo Tirelli, il neo direttore e l’ingegner Matilde Ceschia, che hanno affrontato temi centrali come la sostenibilità, la normazione tecnica e la competitività industriale.

Uscire dalla logica individuale

Più che un evento, quella promossa da Chimiver è stata una dichiarazione d’intenti. Un invito a uscire dalla logica individuale, a pensarsi come parte attiva di una filiera che ha bisogno di compattezza, visione e orgoglio. Iniziative come questa non si limitano a informare: mettono in circolo energia, rafforzano le relazioni, fanno cultura.

A chiudere i lavori, l’intervento accorato di Oscar Panseri, che ha lanciato un messaggio forte anche al mondo associativo: «È vero, oggi c’è una certa difficoltà generale alla partecipazione. Ma sta anche a noi andare sul territorio, spiegare il valore dell’essere associati, far capire che il tempo dedicato all’associazione viene ripagato: perché si riceve supporto, ci si confronta, ci si arricchisce. Oggi, in questa sala, ci sono 37 aziende: se ciascuna comunica per conto proprio, il messaggio si disperde. Ma se queste 37 aziende entrano in associazione, magari con regole d’ingaggio capaci di favorire l’ingresso di nuovi associati, la comunicazione sarà più forte. E più efficace.»

Perché, in un mercato complesso e frammentato come quello attuale, la vera forza non è nella voce del singolo, ma nel coro di una filiera che sceglie di camminare insieme… Come non condividere?