Giovanni Ballardini: artigianalità, innovazione, ottimismo


Così riparte il settore dei pavimenti in legno. Con una distribuzione del prodotto capillare in ogni angolo del mondo – dall’Europa all’Oceania, fino agli Stati Uniti e al continente asiatico, dove solo in Cina è presente tramite una catena di 8 negozi monomarca -, Original Parquet è tra i principali rappresentanti del pavimento in legno made in Italy a livello internazionale

Archiviato il lockdown, anche la casa ravennate è alle prese con la ripartenza del mercato. Il suo rappresentante legale Giovanni Ballardini, terza generazione di una famiglia di imprenditori storicamente impegnati nel commercio di materiali edili, ha le idee molto chiare su come muoversi in questa situazione.

Il peggio sembra passato. Riaprono negozi, ristoranti, discoteche e forse, tra non molto, persino gli stadi. In questo contento, qual è lo stato di salute del settore parquet?

Il mercato, in generale, sembra essere ripartito. Dal nostro punto di vista, è ripartito anche meglio di quello che ci aspettavamo. Nonostante ben sette settimane senza spedire. E nonostante un Sistema Italia che purtroppo sul fronte degli aiuti alle imprese non ha funzionato. La nostra fortuna, che poi forse è anche un merito, è stata quella di aver potuto contare in questa situazione sulla fiducia di fornitori e clienti. Rapporti pluridecennali che, unitamente al grande lavoro del team finanziario, ci hanno permesso di scongiurare l’effetto domino sulla liquidità che il lockdown aveva fatto temere.

Quanto siete lontani dai vostri target di fatturato?

Più o meno abbiamo ripreso da dove avevano lasciato. Nel 2018 e nel 2019 Original Parquet aveva chiuso degli ottimi bilanci e per il 2020 ritenevamo possibile un ulteriore incremento di fatturato. Ad oggi questo obiettivo sembra abbastanza lontano, ma il fatto di riuscire comunque a muovere gli stessi volumi di un anno fa, alla luce di quello che è successo, riteniamo che sia da considerare un risultato straordinario.

In effetti a inizio 2020 l’economia, e in particolare la borsa, aveva raggiunto valori mai visti prima. Era tutto troppo bello per essere vero?

Diciamo che stavamo venendo fuori da anni difficili. Perché il segno sul comparto legno la crisi dell’edilizia l’aveva lasciato eccome. Le ristrutturazioni, grazie soprattutto alle soluzioni di posa flottante, quindi senza operazioni di rottura o di demolizione del pavimento precedente, ci hanno aiutati a rimanere a gala nei momenti più bui. Adesso pare arriveranno anche degli incentivi ad hoc per questi interventi. Ci sono buone ragioni per essere ottimisti.

Sono misure che potranno portarvi un contributo significativo?

Original Parquet ha un business ben organizzato e può permettersi di non farci troppo affidamento. Però se devo osservare la situazione italiana di cantieri ne vedo pochi. E di questi la maggior parte sono ristrutturazioni. Il contesto pare quello ideale per il pavimento in legno, un prodotto che è allo stesso tempo design, moda, sostenibilità.

Insomma, qualche segnale c’è…

Beh, non dimentichiamo che c’è stata anche una bella selezione naturale nel mondo delle imprese. Solo le realtà in salute sono state in grado di scongiurare l’abbassamento della saracinesca. Noi abbiamo sofferto. Ma abbiamo avuto la prontezza di rispondere attraverso la razionalizzazione delle risorse, rendendoci indipendenti dai finanziamenti pubblici, che non sarebbero mai arrivati per tempo. Adesso siamo pronti a toglierci qualche soddisfazione. E quando finalmente riusciremo ad accedere a queste agevolazioni, sarà un bel surplus da investire in innovazione.

Una curiosità: come avete organizzato lo smartworking durante il lockdown?

Abbiamo usufruito di questa formula per i rami d’azienda in cui era applicabile fino alla metà del mese di giugno. Chiaramente chi non poteva operare in nessun modo da remoto ha avuto accesso alla cassa integrazione. Ora è da qualche settimana che la produzione è ripresa a pieno regime e sono dovuti rientrare tutti. Abbiamo anche assunto due nuove persone che purtroppo con il Covid erano rimaste in standby in quanto col contratto determinato in scadenza.

Tutto è bene quel che finisce bene

Sì, ma con qualche giorno di vacanza in meno ad agosto: la filiera quest’estate non si prenderà grandi pause e noi abbiamo il dovere di continuare a essere di supporto.

Capitolo made in Italy: ci sono stati dei contraccolpi da pandemia su questo brand? Per un certo periodo noi italiani sono stati considerati gli untori del mondo…

Il marchio made in Italy non ha mai perso valore. Al massimo hanno perso credibilità le istituzioni italiane per la cattiva gestione del contagio. Anche se poi in altri paesi c’è stato chi ha fatto peggio. Certo, gli ordini dall’estero non sono quelli che ci si aspetterebbe in condizioni di normalità, ma, almeno per quanto ci riguarda, è ancora l’asset che mostra i migliori margini di crescita. Se dobbiamo fare un paragone sull’anno, le esportazioni stanno registrando un +10%.

Prima ha accennato a futuri investimenti in innovazione: avete già in mente qualcosa?

L’idea è quella di proseguire nel nostro percorso di Industria 4.0, cominciato a luglio dello scorso anno con l’acquisto di una macchina di verniciatura a spruzzo di ultima generazione, completamente configurabile e gestibile per via telemtica. In soli 12 mesi abbiamo potuto apprezzarne le doti in termini di qualità della lavorazione. Pertanto prossimamente ci sono buone probabilità che andremo a investire anche in un nuovo impianto di profilatura, un piccolo collo di bottiglia che ci è rimasto da risolvere. Il tutto, però, senza mai dimenticare il fattore ‘artigianalità’, che nel nostro settore rimane centrale e determinante, e che in Original Parquet si traduce, oltre che nel design, in una serie di minuziosi controlli post produzione. Serve un giusto mix.

Come coesiste in questo mix il tema della sostenibilità?

Attraverso le attestazioni di processo. In Orginal Parquet si parte dalla selezione dei fornitori, che devono rispecchiare precise caratteristiche da noi richieste in quest’ambito, e si arriva allo standard FSC, certificazione che possiamo fregiare dal 2011 e dietro alla quale abbiamo messo a lavorare una persona dedicata, più altri due consulenti esterni che si occupano di aspetti complementari legati al marketing e alla catena di custodia. Tra le altre certificazioni che abbiamo conseguito negli anni non mancano poi la PEFC o la CARB 2 sulla formaldeide. Sempre su questo fronte, mi piace infine ricordare l’utilizzo di imballaggi bio per tutti i nostri articoli e la produzione di report periodici circa l’analisi dei rifiuti. Come si può intuire, il nostro impegno in materia ambientale va ben oltre la normativa vigente. E questo ci riempie di orgoglio.

Concludendo, cos’altro ci dobbiamo aspettare da Orginal Parquet in questa seconda metà del 2020?

Sicuramente una ancora maggiore vicinanza al cliente. In questo ci darà una mano il nuovo showroom aziendale di 1.000 mq vicino allo stabilimento di Alfonsine, in provincia di Ravenna. Il progetto, rallentato nello sviluppo dal Covid ma che ora finalmente riusciamo a portare a termine, va a completare il concept Original Parquet Day, puntando quindi a un più ampio coinvolgimento degli stakeholder nelle attività aziendali attraverso la riduzione delle distanze tra la parte produttiva e quella commerciale. La struttura, già operativa su appuntamento, si divide in due aree: una dedicata alla proposta Original Parquet e una specifica per la formazione. L’inaugurazione era prevista lo scorso aprile ma il virus, appunto, ci ha costretti a far slittare l’evento a settembre. Dato che quest’anno non ci sarà nemmeno Cersaie, siamo convinti che potrà essere un’occasione per tornare a confrontarsi di persona, tra professionisti del settore, sui nostri amati pavimenti in legno.