Quando arriverà un “bonus sostenibilità” per il parquet?


È un po’ che ci pensiamo in redazione, da quasi un anno direi. Abbiamo anche fatto un piccolo sondaggio tra amici e parenti, perché il progetto all’inizio pareva folle anche a noi. L’idea è questa: mettere insieme una proposta di legge (sensata e condivisibile dalla filiera) a sostegno del pavimento in legno.

Prima di scrivere la nostra proposta, abbiamo snocciolato per giorni, tra di noi, i possibili vantaggi del legno, facendo a gara a chi trovava l’aggettivo giusto o la caratteristica più interessante: il legno è un materiale che ha in sé traccia del passato ed essenza del futuro (questa è di Davide), è confortevole, è caldo, è buono e bello e poi è sincero, quando promette un contatto vero con l’ambiente. Il legno, soprattutto, è sostenibile: è riciclabile, è un “serbatoio” di anidride carbonica, è una risorsa potenzialmente inesauribile. E il parquet questi vantaggi li racchiude proprio tutti – e qui ringrazio Cinzia che me lo ha ricordato, aggiungendo che per produrlo si consuma molto meno energia rispetto a qualsiasi altro tipo di pavimento.

Insomma, in un lampo siamo arrivati alla fine dell’anno e in questi giorni in cui si parla di Legge di Bilancio un giorno sì e l’altro pure, visto che al momento l’acquisto di un parquet non rientra nel Bonus mobili o nel Bonus ristrutturazioni (salvo alcune eccezioni), ci siamo sentiti di sottoporre la nostra proposta al mercato, in particolare a chi il parquet lo produce.

È una provocazione, ma non troppo. E le risposte degli addetti ai lavori (a cui abbiamo chiesto se si sentissero di sottoscrivere la proposta di legge o avessero qualcosa da aggiungere) ci hanno stupito. Così come ci ha stupito il sostegno incondizionato di tutti. Sono venute fuori cose interessanti: la tutela del parquet a partire dalla definizione (si può chiamare così solo un prodotto in vero legno), la certificazione, il made in Italy.

Trovate il servizio a pagina 48. Se avete qualche suggerimento per rendere ancora più completa e più “nostra” la proposta, scriveteci. Chissà mai che il nostro sogno possa trasformarsi nell’inizio di qualcosa di nuovo (e di buono) per il settore.

di Federica Fiorellini