L’Internet delle cose (sognando parquet parlanti)


fede-300x300Mio figlio sostiene che un suo compagno di classe possieda delle scarpe magiche. Pare che i genitori del pargolo gli abbiano inserito un congegno di loro invenzione (“Sono due ingegneri mamma, due veri geni“) sotto una suola e con quello lo tengano d’occhio, ovunque vada.

Conosco bene i miei polli: a mio figlio capita spesso di travisare ciò che ascolta, d’altro canto, il compagno “magico” è dotato di una fervida immaginazione.

Detto questo, le madri sono curiose per natura (chi scrive batte chiunque) e così mi son messa a cercare in rete e ho scoperto che le scarpe geolocalizzabili esistono davvero, le produce Tikimo, un’azienda italiana di Monza Brianza che ha messo a punto un brevetto tanto interessante quanto utile.

Googleando, dalla scarpa intelligente sono passata alla cucina parlante, la nuova avventura di Pedini (sempre un’azienda italiana) nata in collaborazione con Microsoft e Iomote: ci sono i sensori di movimento applicati alle ante che racchiudono detersivi oppure oggetti acuminati, pericolosi per i bambini, si possono controllare via smartphone i consumi (è finito il caffè? Zac, la piattaforma lo segna sul nostro tablet), monitorare la qualità dell’aria e ricevere alert nell’eventualità di fughe di gas e perdite d’acqua.

È l’Internet of Things (IoT) signori. Il termine, letteralmente “Internet delle oggetti“, è stato coniato nel 1999 dal ricercatore britannico Kevin Ashton e poi sviluppato dall’agenzia di ricerca Gartner, e indica un insieme di oggetti equipaggiati con software che permettono loro di scambiare dati con altri oggetti connessi… Con l’obiettivo di semplificarci la vita (case intelligenti, città intelligenti, gestione remota dei pazienti in medicina e chi più ne ha ne metta). Secondo Gartner, a oggi gli oggetti connessi sono circa 5 miliardi e diventeranno 25 entro il 2020.

Ma il parquet cosa c’entra? Non verrete mica a dirmi che state pensando a un pavimento in legno che ti sgrida se la casa è troppo secca e so lo lavi con troppa acqua? O magari a un negozio dove prendi la scossa se tocchi una ceramica finto legno e vieni catapultato in un’area relax se sfiori un parquet? Che lo si voglia vedere o no, il futuro è questo, tanto vale pensarci un po’ su. Come ha fatto Daniele Radi Temelini, presidente di Pedini, che in occasione della presentazione della sua cucina 4.0 ha dichiarato: “Diventa fondamentale rispondere con un’offerta di valore aggiornata alle aspettative dei clienti, perché oggi il mercato si gioca sul plus che migliora la vita“.

di Federica Fiorellini