I movimenti del legno


Il legno risponde all’umidità presente nell’aria (e alla temperatura) assorbendo o rilasciando umidità per adeguare conseguentemente il proprio contenuto di acqua. In un determinato intervallo di umidità del legno (più o meno tra lo 0% e il 30%), a tali variazioni di umidità corrispondano anche variazioni dimensionali.

Da ciò possono derivare problemi notevoli, ad esempio nel caso in cui il legno, al momento della posa in opera, avesse umidità molto diversa da quella finale alla quale pian piano si equilibrerà con l’ambiente.

I problemi (e i contenziosi) aumentano ancora se si considera un’altra caratteristica del legno: questi ‘movimenti’ non avvengono in egual misura in tutte le direzioni: il legno è un materiale anisotropo.

Per ‘direzioni’ si intendono quelle ‘anatomiche’, legate quindi alla disposizione degli elementi (fibre, vasi, ecc.) che costituiscono il legno: occorre pertanto fare riferimento all’orientamento dell’elemento di legno nel tronco (e quindi nella pianta) da cui è stato ottenuto.

La figura aiuta a capire cosa siano le principali direzioni a cui sui fa riferimento:

assiale: direzione parallela all’asse longitudinale della pianta

radiale: lungo i raggi degli anelli di accrescimento

tangenziale: parallela alle tangenti degli anelli di accrescimento, e quindi perpendicolare alla precedente.

I movimenti (ovvero ritiri e rigonfiamenti) in direzione assiale sono di norma estremamente ridotti, tanto che vengono in genere considerati trascurabili. Diverso il caso degli altri due ritiri, che provocano movimenti ben più macroscopici.

L’entità complessiva dei ritiri e rigonfiamenti varia da specie a specie, e ha anche un notevole variabilità all’interno delle singole specie, ma in linea di massima ricordiamo che in direzione tangenziale il legno si muove all’incirca il doppio che in direzione radiale.

Il ritiro volumetrico totale è la somma di tutti e tre i ritiri totali (ovvero dallo stato fresco allo stato anidro); per dare un’idea dell’entità, nella tabella in basso riportiamo i valori per alcune specie legnose.

La conoscenza di questi meccanismi permette di comprendere perché, ad esempio, le tavole ‘rigate’ (nelle quali la larghezza della tavola è radiale) si muovano diversamente rispetto a quelle ‘fiammate’ (in cui la larghezza è in direzione più o meno tangenziale). È per questo motivo che sono stati appositamente studiati manufatti (ad esempio i pannelli di legno compensato) composti da elementi diversamente orientati, proprio per fare in modo che le diverse componenti si frenino tra loro, riducendo il movimento complessivo dell’elemento. Per lo stesso motivo gli elementi per pavimentazioni a due o tre strati (in cui spesso lo strato di supporto è costituito appunto da un pannello di compensato) sono caratterizzati in genere da una maggiore stabilità dimensionale rispetto agli elementi di legno massiccio.
tabella

 

L’AUTORE

Gaetano Castro si occupa di tecnologia e qualità del legno, con particolare riguardo al mondo dei pannelli derivati. Da più di venti anni è membro attivo delle commissioni normative tecniche sia nazionali (UNI) che internazionali (CEN e ISO) nell’ambito dei Gruppi di Lavoro ‘Pannelli a base di Legno’ e ‘Legno per uso non strutturale’. E’ membro di vari organi tecnici che fanno capo a FederlegnoArredo.