Il parquet per esterno


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L’arredamento per terrazzi, parchi e giardini è oggi così bello che sembrerebbe pensato per gli spazi interni. La differenza tra il dentro e il fuori si assottiglia, in e out si fondono, i nuovi complementi d’arredo per esterno, pratici e resistenti per definizione, diventano così oggetti di design, grazie a soluzioni stilistiche innovative e materiali all’avanguardia. Così può capitare che anche il parquet – pavimento di culto da generazioni – esca all’aperto: su un semplice terrazzo, su un bordo piscina, ma anche in giardino, per disegnare viottoli, passaggi, oasi di ristoro…

Il colore caldo del legno, la capacità di ammortizzare rumori e vibrazioni, la suaflessibilità, la resistenza e, non ultima, la facilità di manutenzione rendono questo materiale idoneo per essere posato anche in luoghi aperti (non è un caso che il legno sia impiegato fin dai tempi remoti per i ponti delle barche).

Se si opta per questa soluzione, però, si deve scegliere adeguatamente la specie legnosa, in funzione della resistenza e della durabilità. Tra le conifere, i legnami maggiormente utilizzati per esterno sono larice e pino, tra latifoglie le europeeQuercia, Castagno, Robinia o le esotiche Teak, Mogano, Ipé e Bangkirai. Queste ultime, in particolare, oltre a possedere una buona densità, sono molto resistenti agli sbalzi termici, non temono l’acqua e non necessitano di trattamenti particolari di conservazione. Non è tutto: la loro durata naturale è stimabile in circa 20 anni e, fattore non trascurabile, non hanno praticamente bisogno di manutenzione. Se è vero che l’esposizione al sole tende con il tempo ad alterare il colore del legno, volendo questo si può ravvivare utilizzando prodotti comunemente in commercio a base di oli vegetali o impregnanti naturali.

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Due parole sulla posa
Si dice parquet e si pensa a lunghe doghe di legno, non è sempre così: in commercio si trovano cubetti, moduli a quadri, listoncini, maxi-listoni e chi più ne ha ne metta.

Nel caso dei cubetti, la tecnica di posa più impiegata è quella “di testa”; si tratta disistema antico: già nel 1.600 strade, androni, cortili e giardini venivano pavimentati con cubetti di legno posati di testa. La piccola pezzatura di questi elementi consente la perfetta adattabilità a qualsiasi terreno e la possibile di seguire eventuali inclinazioni di livello nel piano di posa. I cubetti sono appoggiati su un letto di sabbia che, oltre ad avere funzione drenante, assorbe i movimenti dimensionali del legno e ne favorisce l’adattamento alle diverse condizioni di temperatura e umidità.

Ci sono poi le pavimentazioni in legno lavorate in doghe, i cosiddetti “deck”. Si tratta di liste di solito montate in opera creando un telaio con il medesimo legno su cui verranno fissate le doghe, avvitate con viti in acciaio inox a vista. Le “quadrotte”, infine, hanno lato tra i 300 e i 500 mm e spessore compreso tra 15 e 20 mm. Sono autoportanti e possono poggiare su qualsiasi fondo planare.

Per la posa dei vostri pavimenti di legno all’aperto, consigliamo senz’altro di affidarvi ad aziende specializzate, tuttavia ci sono molti produttori che hanno studiato moduli molto semplici, la cui installazione è alla portata anche degli amanti del fai-da-te: martello, seghetto, cacciavite e metro sono gli unici strumenti di lavoro necessari. L’unico accorgimento è quello di non dimenticare mai le griglie di plastica amovibili (solitamente in dotazione con i pavimenti) che fungono da supporto per i moduli e garantiscono il rapido smaltimento di acqua e umidità.