L’unione fa la forza: le geometrie di posa


Un elemento da parquet, finché rimane isolato dagli altri, per quanto bello e pregiato possa essere, rimane solamente un pezzo di legno. Vi proponiamo un’interessante disamina delle principali geometrie di posa. Forse non tutti sanno… Cos’è la posa “alla francese”.

L’unione fa la forza, lo ripetiamo sempre noi di AIPPL. E vale per noi parchettisti come per tutte le persone accomunate da ideali e da progetti comuni. È un principio universale, una legge di natura che vale per tutto e tutti.

Vale anche per il parquet. Non esiste parquet realizzato da un mono-elemento. Solo con l’unione di più elementi in legno e la loro posa in opera sul supporto o massetto possiamo realizzare un parquet.
Un elemento da parquet, finché rimane isolato dagli altri, che sia tradizionale, grezzo o prefinito, per quanto bello e pregiato possa essere, rimane solamente un pezzo di legno.

Nella fase di progettazione si fa ricorso alla fantasia, alla creatività, allo stile e alla tradizione per decidere come posare un parquet, poiché la geometria di posa dev’essere espressione del carattere che si vuole trasmettere alla pavimentazione e, di conseguenza, a tutto l’ambiente in cui viene inserita .

 

I riferimenti

Nella scelta della geometria di posa, ovvero del disegno che nasce dall’accostamento dei singoli elementi, siamo vincolati a molteplici fattori: le dimensioni degli elementi in legno, l’uso di mosaici o inserti (sia di tipo geometrico che non geometrico), le dimensioni e le proporzioni dei locali da pavimentare, il “senso estetico” e la fantasia degli accostamenti.

Davvero innumerevoli sono i possibili schemi di posa per i pavimenti in legno e a volte capita di sentirli chiamare anche con termini impropri o con definizioni più o meno fantasiose, ma per identificare le principali geometrie di posa in maniera univoca è utile fare riferimento alla norma europea UNI EN 13756Pavimentazioni in Legno-Terminologia” e al prezioso manuale “Il Parquet: dal progetto alla posa in opera”, realizzato grazie al lavoro congiunto di imprenditori rappresentanti il nostro settore produttivo, di esperti AIPPL e con il contributo di riconosciuti professionisti, che ne riprende le definizioni. Questi importanti documenti, che toccano a 360° tutti gli aspetti relativi al pavimento in legno, affrontano e definiscono una selezione delle principali geometrie di posa.

 

Le principali geometrie di posa

1. La posa a tolda di nave o a correre è comunemente detta anche a cassero irregolare ed è un tipo di posa in cui vi è l’assemblaggio di liste di pari larghezza e di lunghezza, anche differente, in modo che le giunzioni di testa avvengano in posizioni del tutto irregolari e variate l’una rispetto all’altra. Questo tipo di posa si può effettuare in direzione parallela o diagonale rispetto alle pareti.1. tolda di nave

2. La posa a cassero regolare è un tipo di posa molto usato in passato in cui il parquet è costituito da elementi di uguale lunghezza e larghezza in cui il giunto di testa è al centro degli elementi delle file adiacenti.

2. cassero regolare

3. La posa a spina di pesce è un classico della posa. Il parquet è costituito da elementi con le stesse dimensioni, aventi le teste tagliate ad angolo retto, posati a file e perpendicolarmente tra loro, con un’angolazione, in relazione alle direzioni delle pareti, di 45° (spina diritta) o di 90° (spina diagonale).

3. spina pesce

4. La posa all’ungherese, detta anche posa a punto d’Ungheria, è una geometria costituita da elementi aventi tutti le stesse dimensioni e le teste tagliate con un angolo compreso tra 45° e 60°, che sono posati testa contro testa ad angolo retto o con un angolo di 120°, a formare motivi paralleli. Le file adiacenti sono quindi formate da elementi tagliati con angolazioni delle teste uguali ma simmetriche.

4. Ungherese

5. La posa a mosaico (o a quadri) può essere effettuata con quadri di piccole o grandi dimensioni; è un tipo di parquet costituito dall’assemblaggio di lamelle, blocchi o liste posizionate bordo contro bordo e formanti un quadrato il cui lato è uguale alla lunghezza della lamella, blocco o lista. I quadri possono anche essere composti da elementi formanti motivi geometrici.

5. mosaico

6. La posa alla francese (da molti confusa con la posa all’ungherese) identifica un parquet costituito da elementi con lunghezza diversa e casuale e una serie di larghezze, disposte in direzione parallela. Si tratta di una tipologia di posa che si rifà alle origini dei primi pavimenti in legno, che venivano realizzati con tavole di diverse dimensioni . Oggi viene utilizzata generalmente con plance e grandi formati.

6. francese

 

Fascia e bindello

La fascia e bindello non identifica una tipologia di posa vera e propria del parquet, ma interessa solamente le parti perimetrali della pavimentazione. In pratica è una riquadratura perimetrale consistente in una striscia (fascia) posata generalmente a pettine, ovvero con geometria differente rispetto alla geometria prevalente della pavimentazione (campo).

Per riquadrare il campo come a formarne l’intelaiatura viene utilizzato un listello (bindello) che viene generalmente realizzato con un legno di colore contrastante con quello della restante pavimentazione.

Il bindello può anche essere costituito da un insieme di elementi di diversa specie legnosa accostati o a formare una greca decorativa.

Il bindello viene utilizzato anche per unire due differenti geometrie di posa.

Nei parquet classici, viene spesso abbinata alla posa a spina di pesce, a mosaico o anche a cassero regolare.

 

La fantasia non ha limiti (se c’è la competenza)

Esistono naturalmente numerose altre tipologie di geometrie di posa: parquet a disegno, intarsiati, a rombi, esagonali, Versailles, Chantilly, con cui si riescono a creare veri e propri parquet artistici .

Il punto è che non basta “mettere insieme” dei pezzi per posare un bel parquet, è necessario prima saper vedere il progetto che vogliamo realizzare, capire come meglio lo si possa ottenere e poi mettere assieme sul campo le nostre capacità e le nostre energie per raggiungere il risultato migliore… Un po’ come facciamo noi di AIPPL, no?

di Pietro Belloni, consigliere AIPPL