“Una pietra miliare nel segno della trasparenza e dell’informazione istituzionale, che nasce dal confronto tra l’approccio europeo e quello americano e segna una collaborazione sempre più stretta tra le due sponde dell’Oceano”
Lorenzo Onofri, presidente FEP
Il programma di certificazione volontario “Parquet Refinishable Program” è il risultato della collaborazione tra FEP (European Federation of the Parquet industry), la Federazione europea dei produttori di parquet, e NWFA (National Wood Floors Association), l’Associazione che raggruppa il mondo del pavimento in legno in nord America.
Negli ultimi anni, il confronto tra l’approccio europeo (fondato sulla normativa tecnica) e quello americano (basato principalmente sull’estetica) ha dimostrato come sia sempre più importante utilizzare dei riferimenti che possano oggettivamente stabilire dei requisiti di differenziazione tra gli innumerevoli prodotti presenti sul mercato. In particolare, gli americani avevano il problema di qualificare il pavimento in legno con almeno 2,5 mm di strato nobile (quello che noi definiamo parquet) rispetto a tutti gli altri pavimenti a base legno (laminati compresi, oltre a quelli definiti veneers, che hanno cioè come strato nobile una lamina di legno di 0,6 – 0,8 mm).
Negli USA norme tecniche come l’europea EN 13756:2018 che, appunto, definisce cosa può essere dichiarato parquet, non esistono. Si è pensato così di utilizzare tale norma europea come riferimento per una campagna di marketing e comunicazione che “valorizzi” il fatto che lo strato nobile del parquet è ripristinabile (rilevigabile) almeno due volte.
Questo fa sì che si generi una prima, importante, differenziazione tra il valore dei prodotti in commercio, sia in termini di durabilità, sia (tema molto attuale) in termini sostenibilità: un prodotto ripristinabile è sicuramente molto più sostenibile ed ecologico di uno che deve ogni volta essere sostituito.
La corrispondenza dei due marchi, con l’iscrizione a FEP oppure a NWFA (a seconda di dove l’azienda vuole promuovere il proprio prodotto) segna una pietra miliare nell’ottica di una collaborazione sempre più stretta tra le due sponde dell’Oceano. Questo ci fa ben sperare che si possa arrivare, in un futuro non troppo lontano, a una armonizzazione delle normative o, comunque, a una unificazione dei messaggi informativi, affinché il mercato sia sempre più trasparente e il consumatore sempre meglio informato.
Purtroppo, nel nostro settore, assistiamo molto spesso a raggiri e a comunicazioni farlocche, che si approfittano dell’ignoranza, quasi totale, dei consumatori (e spesso anche dei professionisti) e dell’incapacità di questi ultimi di distinguere prodotti di qualità da porcherie.
La trasparenza e l’informazione istituzionale sono sempre più fondamentali. Il PRP rappresenta un importante passo in questa direzione.