“Pensatevi liberi”. A tu per tu con ANPP


Partecipazione, umiltà, responsabilità, libertà di pensiero. Su questi valori si fonda ANPP, un’associazione di parchettisti che trae la propria forza dal gruppo, dallo scambio di esperienze e conoscenze, dall’entusiasmo di un consiglio direttivo unito e appassionato. Abbiamo intervistato presidente e vicepresidente

Federica Fiorellini

Mentre scrivo questa intervista, sulla Rai sta andando in onda il Festival di Sanremo, ma il titolo non ha nulla a che fare con l’abito manifesto di Chiara Ferragni. Mi è venuto spontaneo sentendo parlare Roberto Rubessi e Antonio Zilli, rispettivamente presidente e vicepresidente di ANPP (Associazione Nazionale Parchettisti Professionisti), ma guai a tirare in ballo le loro cariche: “Siamo Roberto e Antonio, punto, il titolo di presidente o vice non ci rappresenta. La nostra non è un’associazione piramidale, non amiamo le gerarchie, ciascuno di noi dà il proprio contributo, per come può e quando può e questa e la nostra forza”.

Iniziamo con le presentazioni?
Antonio Zilli: Io ho 43 anni, sono di Roma e faccio questo mestiere da 25 anni circa. Ho iniziato casualmente, ai tempi della scuola, facendo qualche lavoretto durante le vacanze estive. Finita la scuola, insieme a mio cugino, che oggi è diventato il mio socio, ho cominciato a dedicarmi seriamente alla posa dei pavimenti in legno… E non ho mai smesso.
È un lavoro molto stressante il nostro, come molti lavori imprenditoriali del resto: gli imprevisti sono tanti, ma a conti fatti anche le soddisfazioni.
Sono in ANPP da circa dieci anni. Per un po’ di anni sono stato consigliere (mi aveva spinto a farlo Simone Biagiotti, che purtroppo non è più con noi), poi ho lasciato per qualche anno, fino alla fine del 2022, quando con Roberto, Marco, Daniele e Francesco ho deciso di ‘riprendere in mano’ l’Associazione, per cercare di fare andare le cose come dovevano andare, di dare nuovo slancio e nuova vita a un gruppo in cui credo molto. È stata una scelta di cuore, di cui sono felice. Posso dire che oggi ANPP è un gruppo affiatato e organizzato, un gruppo ampio (siamo davvero in tanti!), che sta diventando sempre più un luogo di crescita e di confronto: ci si mette in gioco e ci si sostiene a vicenda, anche e soprattutto in questo complicato momento storico, di grande cambiamento.

 

Roberto Rubessi: Io ho 53 anni, 54 a breve, faccio questo lavoro dal 1984 e anch’io, come Antonio, ho iniziato per caso: da ragazzo facevo atletica, il mio commissario tecnico era un parchettista, così capitava che d’estate, ogni tanto, mi portasse con lui a fare qualche lavoro. Dopo le medie avrei voluto fare la scuola alberghiera, ma tutte le scuole a cui mi sono rivolto erano a numero chiuso. La morale è che non sono stato preso e, nell’anno di attesa per poter fare una nuova richiesta, ho ricominciato a lavorare come parchettista: sono arrivati i primi stipendi che mi hanno decisamente ingolosito e così a 18 anni sono diventato artigiano… E sono ancora qui.
Nelle associazioni io ho sempre creduto, tanto che sono stato davvero per tanti anni socio AIPPL (Associazione Nazionale Posatori di Pavimenti di Legno), associazione dalla quale mi sono allontanato per una serie di divergenze di opinioni e che mi ha fatto perdere un po’ di entusiasmo. Ma, come dicevo, io fondamentalmente credo nell’aggregazione, quindi, quando ho conosciuto Simone Biagiotti, ho partecipato volentieri ad alcune riunioni ANPP e ho accettato subito di associarmi; dopo poco mi è stato chiesto di entrare nel consiglio direttivo, proprio per il mio entusiasmo credo… E così siamo arrivati ai giorni nostri.

Hai una carica impegnativa…
Roberto Rubessi: Il presidente, a dire il vero, non è che volessi proprio farlo, mi sarebbe piaciuto continuare come consigliere, diciamo che sono stato ‘pressato’ dai miei colleghi e alla fine ho accettato, sperando di essere in grado di assolvere al meglio al mio compito.
Sicuramente mi ci sto dedicando molto, perché ci credo, anzi, devo dire che tutti noi del consiglio ci crediamo. Siamo davvero un bel gruppo, che dedica tanto tempo ed energie all’associazione, nella convinzione che questo lavoro in ANPP possa aiutare tutto il settore a crescere.

C’è bisogno di due associazioni di posatori secondo voi?
Roberto Rubessi: Sono convinto di sì. Ciascuno porta avanti la sua associazione con i suoi ideali, che oggettivamente sono molto, molto differenti, perché differenti sono le modalità messe in campo per ottenere lo stesso scopo. Detto questo, se il fine è comune (come credo che sia), se dobbiamo scendere metaforicamente in piazza a combattere insieme, possiamo e dobbiamo farlo: le porte di ANPP, in tal senso, sono state e sempre saranno aperte. Il dialogo fa parte del nostro dna.

In che cosa vi sentite diversi dalle altre associazioni?
Antonio Zilli: Siamo liberi. Per scelta, non accettiamo sponsorizzazioni e sovvenzioni da parte delle aziende e questo, dal mio punto di vista, ci permette una libertà di pensiero che diversamente sarebbe molto difficile ottenere. Ciò non significa che non si possa collaborare con le aziende, anzi, spesso siamo ospitati da produttori di parquet o da aziende chimiche e la collaborazione è sempre proficua, come proficuo è lo scambio di vedute tra i vari anelli della filiera. Diverso è accettare sponsorizzazioni, qui viene meno la trasparenza, che è uno dei valori su cui si fonda ANPP.

Roberto Rubessi: Non solo non siamo legati a sponsorizzazioni, ma noi consiglieri ci autofinanziamo, non intaccando in alcuno modo le quote associative: ogni trasferta, ogni iniziativa è a carico nostro, non dei nostri soci. Sentiamo che questo sia il modo giusto di lavorare. Ci crediamo e lo facciamo volentieri. E devo dire che la riconoscenza e il supporto dei nostri soci è molto gratificante e ci ripaga di tutto.
E poi, lo ripeto, il nostro carattere distintivo è l’umiltà. Oggi alla presidenza ci sono io, domani ci sarà qualcun altro, ognuno di noi dà il suo contributo, ci si dà una mano spontaneamente appena possiamo, tra tutti, non solo tra noi del direttivo. Viene tutto molto semplice, senza bisogno di dettare alcuna regola. Credo che il bello di ANPP sia anche questo.

Antonio Zilli: Per farti un esempio, prima dell’avvento di questo nuovo direttivo, l’associazione aveva un indirizzo mail presidente@anpp.it e Roberto l’ha fatto subito fuori, ora l’indirizzo è solo uno: info@anpp.it. Un altro esempio: le lettere non le forma il presidente, le lettere le firma il consiglio direttivo.

Facciamo un passo indietro, com’è nata ANPP?
Antonio Zilli: ANPP è nata nel 2005. Quando io sono entrato in ANPP, nel 2012 mi sembra, comunque prima di Roberto, era un’associazione molto ‘toscana’, con 12 o 13 associati. Un piccolo gruppo con grandi ideali, ma con poco seguito. Credo che la svolta ci sia stata in questi ultimi anni: abbiamo fatto più attività sul territorio, ci siamo fatti conoscere, abbiamo lavorato molto.
Oggi siamo in 60, ma l’obiettivo è di continuare a crescere: ora ‘giochiamo’ tutti per un obiettivo chiaro e condiviso e questo fa la differenza. Il margine di crescita è proprio tanto, ce ne stiamo rendendo conto, i soci, iniziano spontaneamente a fare propaganda per l’associazione e gradualmente il numero aumenta.

Roberto Rubessi: Forse noi del direttivo siamo stati bravi a trasmettere il nostro entusiasmo al gruppo, che a sua volta trasmette questo entusiasmo ai parchettisti vicini e così, piano piano, stiamo crescendo. Stiamo notando tanta passione nei nostri associati, che probabilmente non vediamo solo noi, quindi diventa contagiosa.

Colleghi, non concorrenti

Qual è il principale obiettivo che vi ponete come ANPP?
Roberto Rubessi: Far crescere il settore, rendere più professionale la figura del parchettista e creare un gruppo di colleghi e non di concorrenti: professionisti che fanno lo stesso lavoro, affrontano gli stessi problemi e cercano di risolverli insieme. La nostra forza sta nel fatto che nel nostro gruppo non c’è nessuno che si sente superiore al collega: l’umiltà è il valore primario su cui si basa ANPP.
L’obiettivo finale, naturalmente, è che i nostri sforzi e il nostro lavoro nella direzione di una maggiore formazione e professionalità dell’artigiano portino dei benefici a tutto il settore: se tutti operiamo in modo più professionale, anche i nostri interlocutori si dovranno adeguare e capire le nostre esigenze.

Antonio Zilli: In questo momento stiamo battendo molto coi colleghi sullo studio delle norme, per riuscire a fare lavori come si deve e soprattutto inattaccabili. Per questo abbiamo accolto con entusiasmo la proposta di ASP di organizzare un corso di formazione per parchettisti che affrontasse anche tematiche molto teoriche, i soci si sono iscritti in massa, tanto che è stato necessario pensare a un’altra sessione (si veda l’articolo a pagina 62, nda).

Degli altri membri del Consiglio cosa mi dite?
Roberto Rubessi: Siamo tutte persone spettacolari, ognuna con la sua specificità.
Marco Brivio è un gran comunicatore, uno che è in associazione da sempre, che ci crede molto e che dedica molto tempo all’associazione. Francesco Danesi è il più giovane del gruppo, ha 25 anni ed è il nostro tecnologo. Daniele Magri è un neo-associato, un ragazzo molto in gamba e motivato. Siamo tutte persone con la mente molto aperta e con le idee chiare sul nostro lavoro e sul modo si fare associazione.

In chiusura, progetti per questo 2023?
Roberto Rubessi: Il primo è senz’altro fare formazione ai nostri associati, sui temi più disparati, dagli approfondimenti tecnici (sicuramente faremo un incontro sui massetti radianti a basso spessore, che ci stanno dando qualche grattacapo) a quelli normativi, al marketing, perché il parchettista è prima di tutto un imprenditore e oggi deve essere anche un po’ psicologo, un po’ avvocato, un po’ informatico… E chi più ne ha ne metta.

Antonio Zilli: Al secondo posto c’è senz’altro la campagna associativa: quest’anno cercheremo di aumentare le giornate di incontro sul territorio, specialmente in quelle regioni in cui non abbiamo soci, con l’obiettivo di farci conoscere. A questo proposito, invitiamo tutti i parchettisti interessati a seguire le nostre pagine social per restare aggiornati sui nostri spostamenti e per venire a conoscerci: più siamo, più contiamo!

In bocca al lupo.