
Marco Felicetti, ad Fiemme Tremila.
Per avere un netto cambiamento di rotta e per fare una vera lotta e una transizione ecologica seria, per ottenere un mondo più green bisogna avere il coraggio e la forza di fare la lotta alle materie prime.
Semplificando molto, ci sono tre fonti di materie prime possibili: natura minerale, natura vegetale e tutti i combustibili fossili, petrolio in testa.
L’inquinamento deriva dal massiccio sfruttamento di questa terza fonte, il cambiamento deve passare attraverso la diminuzione dell’uso spasmodico dei combustibili fossili. E non basta nascondersi dietro alle norme più o meno stringenti per giustificare e rendere lecito l’uso dei fossili. Nessuna norma può trasformarli in sostanze “eco“, anche se continuiamo a raccontarci che anche in questo mondo ci sono sostanze più o meno pericolose. Più o meno pericolose, ma non di certo sane e naturali. La transizione ecologica deve passare attraverso l’abbandono progressivo di queste fonti, almeno nei campi in cui ciò è possibile.
Noi in Fiemme Tremila promuoviamo da anni l’idea di biocompatibilità: l’idea di creare un prodotto che sia fatto solo con materie prime di origine naturale o vegetale. Non è una scelta semplice, ma è l’unica coerente per combattere l’inquinamento e per stare bene. Per di più noi facciamo legno, un prodotto che dovrebbe essere naturale. Per far sì che il legno rimanga tale, però, non lo possiamo riempire di trattamenti tossici e farcire con qualche tonnellata di plastica, per poi metterci un bollino che ne certifica la naturalezza secondo norme non sufficientemente garantiste.
C’è una mancanza di coerenza tra il messaggio green, che ormai va di moda, e i fatti. Si fa demagogia. Ce l’ho con i demagoghi della sostenibilità.
Marco Felicetti