Il mio buon proposito


Ci ho pensato lo scorso anno, mentre ero in DAD (l’acronimo di Didattica a Distanza). Non ho sbagliato verbo, ho scritto ero, anche se le scuole le ho finite da un pezzo, perché è innegabile che la DAD abbia coinvolto e coinvolga, oltre agli studenti, i genitori (scriverei le genitrici, perché sarebbe più corretto, ma andrei fuori tema, la parità di genere su I Love Parquet la affronterò magari su uno dei prossimi numeri).

Per farla breve, nei mesi della didattica a distanza (che mi hanno vista fotografare quaderni, trasformare le foto in pdf da inviare alla maestra di turno e sacrificare il mio mac per le dirette, quando il tablet del novenne dava forfait) ho assistito a una dibattito interessante sulla ‘chat delle mamme’. Più che un dibattito una rivolta corale: l’impegno richiesto ai bambini, a detta delle più, era troppo grande: troppi compiti, troppe dirette, troppe scadenze.

Personalmente ho trovato impegnativa la gestione e il doppio lavoro mi ha affaticata, come la novità ha affaticato il novenne. D’altro canto, se questa mole di lavoro non ci fosse stata, non avrei visto i progressi che ho visto ogni giorno. Per farla breve, ho realizzato che abbassare l’asticella non sarebbe stata la soluzione, senz’altro non avrebbe giovato a saltare più in alto.

Sono tornata su questo ragionamento qualche settimana fa, quando ho chiesto al gotha del nostro settore un buon proposito per questo inizio 2021. Non volevo sottrarmi al compito che i miei interlocutori hanno assolto con diligenza, attenzione e impegno (leggetevi la rubrica a pagina 50 del numero di febbraio di I Love Parquet, ne vale la pena).

Il mio proposito per il nuovo anno è non abbassare l’asticella. Non accontentarmi, continuare a studiare, a guardarmi intorno, ad appassionarmi, a impegnarmi affinché ciò che faccio (nella fattispecie questa rivista) migliori.

È una fatica che vorremmo risparmiarci, ma crescere non riguarda solo i giovani, riguarda anche noi. 

Federica Fiorellini