Come tutti gli anni è arrivato il Natale. Al di là del valore religioso di questa festa, del valore commerciale che riveste nella società moderna, del suo valore magico anche, il periodo natalizio rappresenta sempre un momento di riflessione. Si fa il punto dell’anno che sta per finire e si pianifica il futuro.
Quello che è appena trascorso è stato per noi di AIPPL un anno di grandi cambiamenti, di svolta potrei dire. Un anno intenso, ricco di discussioni, riunioni, incontri per confrontarci su cosa fosse meglio per tutti noi.
I cambiamenti richiedono sempre uno sforzo. L’abbandono di quella che viene definita la ‘comfort zone’ (quell’angolino al calduccio in cui ci si sente al sicuro) richiede coraggio e il coraggio, per essere definito tale e distinguersi dall’irresponsabilità, richiede consapevolezza. È con l’orgoglio della consapevolezza di esserci presi le nostre responsabilità, senza cedere alla tentazione di scegliere la via più comoda (che è quella del non cambiamento), e senza cedere a imposizioni ingiustificate e immotivate, che oggi siamo qui: più forti e uniti che mai, con l’obiettivo sempre più concreto di dare strumenti di crescita e formazione ai nostri associati. Formazione e strumenti sono gli elementi che possiamo dare noi, l’impegno, le capacità e l’estro sono tutti vostri, ognuno in base alle proprie caratteristiche. Dare formazione a chi non ha capacità o volontà di crescere è infruttifero, così come inutile è avere una volontà non supportata da adeguati strumenti formativi. La miscela di tutte queste componenti riteniamo possa portare proprio a quella consapevolezza che sta alla base delle scelte coraggiose.
Ed è questo il mio migliore augurio per tutti voi: siate gli artefici del vostro futuro, costruitevi le basi per fare scelte coraggiose.
Buon Natale a tutti voi che avete creduto in noi e ci avete sostenuto in questo anno, buon Natale a chi, con coraggio, affronta giorno dopo giorno la fatica di essere un artigiano un po’ diverso dalla media, formato e informato. AIPPL è con voi, oggi più che mai.
Dalvano Salvador
