Vermeister, silanici sicuri e sostenibili


Vermeister opera dal 1975 nel mercato dei prodotti per la posa e la cura pavimenti in legno e attualmente è presente in oltre 60 paesi in tutto il mondo. È una realtà ben nota agli operatori del nostro settore, una casa che nel corso degli anni – come ci tiene a sottolineare Silvano Arzuffi, che abbiamo intervistato nella moderna sede di Mornico al Serio (BG) – ha acquisito sempre maggior consapevolezza del bisogno di proteggere l’ambiente.

La sostenibilità e la “costruzione di un domani migliore” (cito testualmente) sono un po’ il pallino dei fratelli Arzuffi (Silvano e Marco, rispettivamente ceo e coo) e l’intervista che segue nasce proprio dalla volontà di spiegare al mercato l’importante lavoro di ricerca e sviluppo, volto alla formulazione di prodotti in grado di coniugare il profilo prestazionale al rispetto dell’ambiente, senza trascurare la salute di chi applica il parquet e di chi, dopo la posa, “vive” quotidianamente il pavimento in legno.

Entra subito nel vivo del problema Silvano Arzuffi, perché ha voglia di raccontare ciò che sta dietro a una colla Vermeister e anche di mettere i famosi “puntini sulle i” rispetto ad alcuni temi che gli stanno a cuore, la bontà delle sue colle silaniche prima di tutto: “Negli ultimi 10 anni il nostro laboratorio R&D, grazie alla collaborazione con diverse multinazionali produttrici di materie prime, ha intrapreso una serie di studi volti a trovare delle valide alternative da affiancare al sistema EP-PU bicomponente per la posa di pavimenti in legno”.

Ci spiega meglio?

Silvano Arzuffi: “Il graduale abbandono del collante vinilico da parte della nostra clientela (i posatori di pavimenti in legno, ndr) ha reso necessaria l’individuazione di un sistema monocomponente che potesse affiancare i classici adesivi EP-PU bicomponenti, che rappresentavano il mercato dei collanti per parquet. I primi studi si sono orientati verso i polimeri poliuretanici, sono nate così le prime alternative al sistema EP-PU: adesivi bicomponenti poliuretanici esenti da solvente, Policoll, e adesivi monocomponenti poliuretanici igroindurenti, esenti da solventi e classificati EC1, Unicol P1. Alcune problematiche, tuttavia, hanno accompagnato la nascita di questi adesivi: etichettature di rischio sempre più nocive, eccessivi rigonfiamenti in spessore e soprattutto le difficoltà di pulizia dai pavimenti prefiniti – e dalle mani degli operatori – ne hanno limitato la diffusione, dirottando le nostre attenzioni su polimeri di diversa natura“.

Immagino si riferisca alle silaniche…

Silvano Arzuffi: “Già dai primi test preliminari, l’introduzione delle resine silaniche ha evidenziato sostanziali miglioramenti nel sistema monocomponente igroindurente, non è tutto, l’eliminazione dei principali problemi causati dalle resine poliuretaniche ha dato un’ulteriore spinta alle nostre ricerche, così, in poco più di anno, sono nati prima Monosil e poi Zero Mono. L’ottenimento della certificazione ‘EC1 Plus’, le doti di fono assorbenza e di conducibilità termica hanno coronato la nascita di una nuova generazione di adesivi per pavimenti in legno, che sempre di più viene apprezzata dalla nostra clientela“.

La diffusione degli adesivi silanici in Italia è stata accompagnata, sin dall’inizio, da un certo scetticismo. Cosa ne pensa?

Silvano Arzuffi: “Penso che i dubbi iniziali fossero più legati a interessi di mercato, c’era tutto l’interesse alla distribuzione di polimeri alternativi, sicuramente più economici e anche più radicati nei sistemi produttivi italiani. Alle remore degli operatori forse ha contribuito anche l’iniziale spauracchio delle emissioni di metanolo durante il processo di polimerizzazione dell’adesivo silanico, emissioni reali sì, ma poi, in sostanza, ritenute da tutti ininfluenti, visti i numeri infinitesimali di rilascio di questa sostanza. Vermeister negli ultimi anni ha fatto più volte analizzare a diversi laboratori accreditati il rilascio di sostanze organiche volatili, tra cui soprattutto il metanolo, dei suoi adesivi silanici, certificandone l’assenza di quantità tali da diventare rilevanti per la salute dell’utilizzatore e del cliente finale. Ma non ci siamo fermati qui: siamo in costante contatto con i fornitori di queste materie prime, per valutare insieme qualsiasi novità volta al miglioramento del profilo tossicologico del materiale. È un lavoro che non finisce mai“.

lab2Insomma, trova che le colle silaniche siano un prodotto valido?

Silvano Arzuffi: “Valido è limitativo. I nostri adesivi silanici, lo ripeto, sono uno dei nostri fiori all’occhiello. E mi dispiace che nell’ultimo periodo questo prodotto in Italia sia guardato con sospetto dagli operatori del settore“.

A cosa si riferisce?

Silvano Arzuffi: “Sto pensando alla ricerca promossa da Catas e da AIPPL per suggerire ai produttori una linea guida per il controllo delle materie prime e per la valutazione dei lotti. A fronte di ‘anomale’ problematiche segnalate dall’associazione di categoria relativamente a casi di sollevamento con distacco, avvenuti dopo diversi mesi dalla posa (in alcuni casi anche dopo diversi anni) da più parti si è puntato il dito sulla natura del polimero che potrebbe, con il tempo, disgregarsi e compromettere di conseguenza la tenacità dell’adesivo. Premetto che queste situazioni sono probabilmente esasperate anche da normali problematiche purtroppo sempre presenti nei cantieri: condizioni ambientali ‘al limite’, con temperature applicative troppo basse, sotto i 10 °C, o troppo elevate, sopra i 35 °C, sistemi di riscaldamento e/o raffrescamento in funzione, soprattutto se a pavimento, piani di posa inadeguati, preparati cementizi di nuova generazione, sempre più di uso frequente, mal dosati, umidità nei sottofondi non perfettamente rilevate e, purtroppo, una diffusa scarsa attitudine all’utilizzo di preparatori di sottofondo – primer – atti a limitare le lacune dei piani di posa. Detto ciò, penso che questa campagna stia sicuramente influenzando la generale opinione con la quale il mondo del parquet sta recependo questo nuovo polimero. Ed è proprio per fugare ogni dubbio anche su questa situazione, che – come dicevo prima – sta generando un certo ‘spauracchio’ sul mercato italiano (lo sottolinea con forza questo aggettivo, nda), che stiamo partecipando a una serie di incontri atti a definire test, metodi e anche nuove norme, se necessario, per classificare inequivocabilmente questa classe di adesivi per parquet“.

Ci racconta in cosa consistono queste prove?

Silvano Arzuffi: “Le prove a oggi impostate da Catas sugli adesivi silanici, a valle di questi incontri, prevedono, oltre ai test di invecchiamento accelerato seguiti da prove di tenuta effettuate in conformità alla norma europea di riferimento – UNI EN 14293:2006 -, una serie di stress-test condotti a una temperatura limite di 75 °C, atti a compromettere la struttura del polimero per individuare eventuali criticità strutturali nell’adesivo cercando di riprodurre, in poco tempo, un degrado il più simile possibile a quello riscontrato nei casi si sollevamento con distacco sopraccitati. Le lunghe tempistiche di attesa, circa 90 giorni, necessarie per identificare il problema, se presente, hanno indotto alcuni produttori a proporre uno stress-test a temperatura più elevata: 90 °C, riducendo così i tempi di attesa a 20 giorni. Va detto che a tutt’oggi non esiste alcun protocollo ufficiale che riguardi questi test, che sono quindi da considerarsi puramente sperimentali, si tratta della libera iniziativa di un’associazione e di un laboratorio ricerche. In ogni caso, mi preme sottolineare che i nostri adesivi silanici li hanno brillantemente superati. In conclusione, in attesa di aggiornamenti riguardanti eventuali modifiche di normative o altro, riteniamo necessario ribadire la validità di questa classe di adesivi, peraltro usati in altri ambiti già da decine di anni con risultati eccezionali“.

labjpgDomanda a bruciapelo: silanici o bicomponenti?

Silvano Arzuffi: “Rispondo solo che, statisticamente, il rapporto percentuale ‘mq incollati/mq distaccati’ con gli adesivi silanici è molto inferiore al medesimo rapporto risultante nel corso di diversi anni con gli adesivi bicomponenti. Probabilmente all’inizio è stato un errore comune proporre sul mercato italiano i silanici senza le dovute spiegazioni tecniche e questo ha fatto sì che gli operatori li utilizzassero alla stregua degli adesivi bicomponenti, più conosciuti. Attenzione, gli adesivi silanici non sono la sostituzione degli adesivi bicomponenti, ma la giusta alternativa a questi ultimi, conseguente all’evoluzione dell’elemento ligneo, che negli anni è cambiato per dimensione, spessore e composizione“.

Che suggerimenti si sente di dare a un posatore di pavimenti in legno?

Silvano Arzuffi: “Al di là delle normali e ovvie regole per una corretta posa in opera, dalle verifiche igrometriche sui sottofondi al controllo della presenza dell’idoneo schermo al vapore fino all’attenta valutazione di tutti i materiali interessati nella stratigrafia del piano di posa, è buona norma, utilizzando questa categoria di adesivi – ma in realtà andrebbe fatto sempre! – pesare il legno durante le fasi iniziali di presa del collante, in particolar modo con quegli elementi lignei soggetti a iniziali imbarcamenti e/o parziali movimenti – plance di grandi dimensioni“.

Concludendo, che messaggio vuole dare alla sua clientela, attuale o potenziale?

Silvano Arzuffi: “Che i grandi vantaggi in termini di basso impatto ambientale e di salubrità dei silanici – vantaggi che andrebbero spiegati bene anche alla clientela finale – compensano ampiamente la ‘scomodità’ legata ad alcuni piccoli accorgimenti da utilizzare in fase di utilizzo di questi adesivi, lo sottolineo con forza, sicuri“.

So che, a questo proposito, state promuovendo una particolare campagna per i vostri clienti…

Silvano Arzuffi: “La sostenibilità è il nostro pallino, da sempre. E vorremmo lo fosse anche per i nostri clienti. Ci piacerebbe davvero che tutta la nostra clientela avesse la possibilità di approcciare un metodo di lavoro nuovo, più salubre, partendo da quella che oggi rappresenta la tecnologia col minore impatto ambientale, per l’appunto gli adesivi silanici. Per questo abbiamo pensato a un piccolo passo concreto. Ci sono una serie di prodotti che il mercato ancora colloca in una fascia di prezzo alta, per via di materie prime i cui i volumi non sono ancora così rilevanti: da qui ai prossimi mesi, daremo modo ai nostri clienti di valutare questi articoli a un prezzo accessibile“.

Non vuole anticiparci di più Arzuffi, ma ci assicura che questo passo fa parte di una roadmap molto più strutturata: la roadmap della produzione sostenibile. Vi terremo aggiornati sulle prossime tappe.

di Federica Fiorellini