A quando il viale dei parchettisti?


ponte vecchioVorrei utilizzare questa pagina per rispondere a tutte quelle persone che ho incontrato sul mio cammino negli ultimi anni e mi hanno posto una serie di obiezioni ul perché associarsi.

Perché dovrei entrare a far parte di un’associazione che raggruppa anche i miei ‘concorrenti’?”, “Perché dovrei darmi da fare, spendere energie per essere protagonista attivo della vita associativa, in un periodo in cui ho il mio bel da fare a stare dietro alla mia azienda?”.

La mia risposta è tanto banale quanto sentita (perché l’ho vissuta sulla mia pelle): associarsi significa avere più forza.

Fin dal Medioevo le corporazioni delle arti e dei mestieri hanno rappresentato un po’ questo principio: quello del mutuo supporto tra artigiani separati dagli interessi commerciali, ma uniti da una passione comune per la propria attività. Costruire rapporti di partnership con professionalità simili, ma diverse, per proporre un servizio ancor più efficace.

La toponomastica delle più belle città d’Italia testimonia la storia di questa consuetudine associazionistica: il famoso ponte vecchio di Firenze non è forse noto anche come la via degli orafi? Si può fare tutto un bel giro tra via dei cardatori, via dei tessitori, corso dei tintori… A Ostia c’è la via dei fabbri navali, a Genova vico dei notari. Ci sarà mai un viale dei parchettisti?

Tornando ai nostri giorni e smettendo di sognare, voglio ribadire con forza che AIPPL, con le sue attività di formazione, di condivisione di esperienze e saperi, di aggiornamento normativo e di confronto con le altre organizzazioni della filiera, aiuta le imprese associate, e lo farà sempre di più, ad accrescere competenze e a raggiungere livelli di eccellenza qualitativa. In altre parole: a essere più forti.

di Dalvano Salvador, presidente AIPPL