Guardando un gelato


fedeÈ successo tutto una decina di giorni prima che questo numero andasse in stampa.

Esco raggiante da un corso di formazione per giornalisti (mi danno sempre qualche spunto su cui riflettere… oltre al fatto che sono obbligatori, ma mi piace di più guardare il lato positivo), mi infilo a passo veloce nei corridoi della metropolitana verde che portano ai binari, quando vedo lui, un enorme cartellone pubblicitario: al centro una coppetta di gelato appoggiata su un tavolo di legno, in alto una scritta: #ImperfettoMaVero. Mi incanto. E poi comincio a pestare i piedi (mi avranno presa per matta): come ho fatto a non avere io l’idea?

Arrivata in ufficio mi metto a cercare qualcosa in più su questa campagna di Grom (azienda produttrice di gelati) e scopro che è partita a fine giugno ed è firmata da McCann Worldgroup (dei geni, zut!). Mi guardo il video associato alla campagna: 45 secondi che raccontano storie di ordinaria imperfezione. Vi suggerisco di darci un occhio, perché può fornire anche a noi “teste di legno” qualche strumento di vendita in più.

Il succo? Non è necessario essere perfetti se questo vuol dire snaturarsi, meglio essere autentici, perché è l’autenticità, non la perfezione, che ispira fiducia. “Autentici come la natura, come l’amicizia, come la bellezza” raccontano quelli di Grom. Autentico come il legno (o il parquet) aggiungo io.

I nodi, il colore irregolare, il fatto che una tavola sia diversa dall’altra, come sempre diverso è il legno, sono gli elementi che rendono il parquet autentico. Imperfetto, ma vero.

Ma poi, a pensarci bene, anche in questo caso mi piace di più guardare il lato positivo. Chi l’ha detto che questi elementi siano delle imperfezioni? Non essere tutti uguali è imperfetto?

Unicità, personalità, originalità, autenticità: questi sono i termini che vi invito a usare per raccontare il parquet e definire i suoi elementi di diseguaglianza.

di Federica Fiorellini